Ticino e Grigioni

Stabile EFG, le ragioni dei contrari all’acquisto

Il comitato (UDC, Verdi, Avanti con Ticino e Lavoro ed Helvetica) critica l’idea di destinare 76 milioni all’acquisto dello stabile di Mario Botta per insediarvi la Cittadella della giustizia - Si vota il 9 giugno

  • 3 maggio, 21:06
  • 7 maggio, 19:28
Di: Quotidiano /RSI Info

Il comitato dei contrari al l’acquisto dello stabile ex Banca del Gottardo a Lugano, dove dovrebbe insediarsi la Cittadella della Giustizia ha presentato venerdì le ragioni del suo “no” a questo oggetto sul quale saremo chiamati a esprimerci il prossimo 9 giugno.

Destinare 76 milioni all’acquisto dello stabile di Mario Botta per insediarvi la Cittadella della giustizia è troppo. Per il comitato composto da UDC, Verdi, Avanti con Ticino e Lavoro ed Helvetica, l’acquisto è “una palla di neve che rotolando si trasformerà in una valanga”. Il progetto va a braccetto con le ristrutturazioni di Palazzo di giustizia e dell’edificio di via Bossi, che saranno oggetto di crediti specifici. Complessivamente si parla di oltre 220 milioni.

“I risparmi che possono essere fatti sul prezzo di compravendita e i costi di ristrutturazione possono essere utilizzati a beneficio della giustizia e delle sue necessità – spiega Roberta Soldati - granconsigliera UDC TI –. Leggiamo sul rapporto della magistratura da numerosi anni che, per esempio la Pretura penale è in sofferenza e ha bisogno di un nuovo giudice. La magistratura dei minorenni è in sofferenza: il giudice dei minorenni e la sua sostituta tutto l’anno devono fare dei picchetti di 15 giorni”.

“La giustizia in Ticino non ha bisogno di marmi, ma di uno spazio che sia funzionale per i compiti che deve assolvere – spiega Amalia Mirante - granconsigliera Avanti con Ticino & Lavoro -. Bisogna porre rimedio immediatamente alle urgenze ormai note a tutti e questo a prescindere da quella che sarà la ristrutturazione eventuale dello stabile… un po’ come succede nelle case di tutti i cittadini”.   

Le tempistiche prevedono che il nuovo stabile sia operativo nel 2030: dopo la rivoluzione digitale della giustizia svizzera. “Bisognerebbe partire dalla ristrutturazione dell’impianto della giustizia. Quello che si era cominciato a fare con giustizia 2018, che poi è finito in un cassetto… - dichiara Samantha Bourgoin, granconsigliera dei Verdi TI -.  Per aggiornare la giustizia e digitalizzarla perché entro il 2027 in tutta la Svizzera la giustizia dev’essere digitale e solo dopo si può partire con una nuova e adeguata sistemazione dell’edificio”.  

Il comitato, critica poi la centralizzazione di diversi gradi di giudizio sotto lo stesso tetto.

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