Economia e Finanza

Opportunità elvetiche in India

L’importanza del Paese per l’economia svizzera spiegata da due imprenditori che hanno accompagnato Doris Leuthard a New Delhi

  • 2 settembre 2017, 15:09
  • 8 giugno 2023, 10:23
Doris Leuthard presenta al presidente indiano Ram Nath Kovind i membri della delegazione svizzera

Doris Leuthard presenta al presidente indiano Ram Nath Kovind i membri della delegazione svizzera

  • Keystone

"Penso sia molto importante collaborare con l'India perché è una potenza economica emergente. È un Paese che ci va molto bene perché è democratico e le cose, come in tutti i Paesi democratici, a volte vanno lente ma vanno bene. Perciò sono molto contento di quello che abbiamo fatto questa settimana, l'ambiente è stato molto positivo, siamo stati ricevuti a braccia aperte, come anche gli indiani da noi vengono ricevuti a braccia aperte". A parlare è Michele Molinari, amministratore delegato e fondatore della Molinari Rail di Winterthur, società ingegneristica nel settore ferroviario, che con altri imprenditori elvetici ha partecipato alla missione della presidente Doris Leuthard che si è appena conclusa a New Delhi.

Michele Molinari e Francesco Gherzi

Michele Molinari e Francesco Gherzi

  • molinari-rail/nzz

Presente da una decina di anni sul mercato indiano, la sua azienda a novembre ha ottenuto una rilevante commessa. “L'anno scorso abbiamo vinto un grande progetto con General Electric che qui, in India, nei prossimi 10 anni fabbricherà mille locomotive. È un progetto da 7 miliardi di dollari. Noi della Molinari forniamo a GE un'unità di potenza ausiliaria che, recuperando energia, permetterà di spegnere il motore diesel da 6'000 cavalli, invece di farlo funzionare 24 ore. Si consumerà meno diesel e quindi si ridurrà anche l'inquinamento. È un progetto che mi piace molto. Abbiamo combattuto molto per vincerlo".

Svizzera e India hanno una lunga storia di relazioni economiche. La Nestlé ha da poco festeggiato i 100 anni di presenza nella nazione asiatica dove attualmente operano 250 aziende elvetiche.

L'India rimane però un mercato difficile per le lungaggini burocratiche, la poca trasparenza normativa e anche il protezionismo che ancora esiste in certi settori come quello finanziario e assicurativo. Lo sottolinea Francesco Gherzi, presidente della camera di Commercio Indo-svizzera e a capo di un'azienda di consulenza ingegneristica nel settore tessile. Ha iniziato a lavorare con gli indiani nel 1958.

"Penso che l'India vada conosciuta, ci vuole tempo, viene sottostimata la difficoltà di entrare nel mercato indiano - rileva dall'alto di 60 anni di esperienza -. C'è una regola che dice che qui si impiega quattro o cinque volte in più di energia, tempo e risorse umane che in altri Paesi. Però il risultato a volte è eccellente perché permette di gestire un intero continente".

Ma non solo. Perché, come spiega Francesco Gherzi, "chi ha successo in India normalmente riesce a conquistare anche altri Paesi, tipo l'Africa o il sud est asiatico".

Diem/RG

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