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Genocidio, un lungo processo

Il giorno dopo le commemorazioni, tre opinioni raccolte tra gli armeni di Turchia e della diaspora

  • 25 aprile 2015, 12:57
  • 7 giugno 2023, 07:50
Il Bosforo

Il Bosforo

  • rsi

In Turchia non si finisce più in prigione per aver definito un genocidio i massacri del 1915 che colpirono gli armeni ma anche le altre minoranze dell’allora Impero Ottomano. La svolta è avvenuta nella seconda parte degli anni 2000 quando, durante lo slancio democratico per agganciarsi all’Unione europea - processo che oggi ha decisamente perso velocità - la Turchia ha abrogato la legge che giudicava un crimine tutto ciò che recava offesa al paese.

Questa maggiore libertà permette anche agli armeni di Turchia di esprimersi liberamente e manifestare pubblicamente le proprie opinioni. Commemorare “il secolo trascorso dal genocidio armeno”, come si è fatto venerdì a Taksim, è ormai un appuntamento fisso, il 24 aprile da sette anni a questa parte.

Anche le persone che abbiamo incontrato in questi giorni non ne fanno più un tabù. Iniziando da Avedis Kevork Hilkat, l'unico armeno attualmente eletto in Turchia, in particolare nel consiglio municipale di Istanbul e, tra gli orefici, uno degli ultimi armeni rimasti al Gran Bazar.


L'orefice del Gran Bazar

L'orefice del Gran Bazar 25.04.2015, 12:49

Saro Dadian è un giovane storico, discendente di una famiglia aristocratica armena dell’Anatolia, le cui origini sono rintracciabili sino al regno di Armenia. Oggi di quel passato che ha portato i suoi avi a lavorare a stretto contatto con i sultani succedutisi al palazzo di Topkapi e in quello di Domabahçe è rimasto solo il ricordo. La nobiltà famigliare che già si stava dissolvendo negli ultimi scampoli dell’impero nel 1915 ha subito il colpo di grazia.

Lo storico

RSI Mondo 25.04.2015, 12:49

Sarah Lea Whitson vive a New York. Suo nonno fu l’unico membro della sua famiglia di Diyarbkir che si salvò dalle deportazioni di massa avvenute a cavallo della Prima guerra mondiale. Un missionario gesuita lo nascose e lo portò in Libano. Sarah Whitsun fa parte di quella minoranza degli armeni della diaspora che ha riscoperto la Turchia che ha iniziato a visitare con frequenza da una ventina d’anni. Per farlo ha dovuto vincere timori e pregiudizi, gli stessi che ogni armeno della diaspora prova nei confronti dei turchi, ma anche degli armeni di Turchia, poco considerati fino a qualche anno fa.

La diaspora

RSI Mondo 25.04.2015, 12:49

Alessandro Broggini

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