Ferito da cocenti sconfitte nel nord della Siria e dell'Iraq, lo Stato islamico (IS) e i suoi affiliati hanno risposto con ferocia, venerdì, seminando morte a Baghdad, Kirkuk e nella penisola egiziana del Sinai, uccidendo almeno 60 persone tra civili, poliziotti, militari egiziani e iracheni e miliziani curdi.
Da giorni i peshmerga, i combattenti curdo-iracheni, sono riusciti a sottrarre agli jihadisti importanti fette di territorio a ovest di Mosul, nel nord iracheno. Le forze governative di Baghdad, sostenute da miliziani sciiti filo-iraniani e dai raid aerei della coalizione guidata dagli Stati Uniti, hanno proseguito l'avanzata contro l’IS nella regione centro-settentrionale di Salah ad Din e in quella centrale di al Anbar. Nel corso dei bombardamenti è stato ucciso pure un esperto in armi chimiche dell'IS.
Sempre nella giornata di venerdì l’aeronautica militare del Ciad è entrata per la prima volta in azione sul territorio nigeriano contro i fondamentalisti islamici Boko Haram. E, secondo molteplici testimonianze, ha avuto successo, costringendo i terroristi islamici a ritirarsi dalla città di Malumfatori, nello Stato nord-orientale di Borno, conquistata dai sanguinari fondamentalisti l'anno scorso alla fine di ottobre.
Red.MM/ATS/Swing
La cartina della zona di Kirkuk
La zona dell'attacco ai Boko Haram