È sempre più precaria la situazione dei moltissimi migranti ammassati a Idomeni, al confine fra la Grecia e la Macedonia, paese che ha deciso unilateralmente di chiudere i propri confini impendendo a migliaia di profughi, soprattutto siriani e iracheni, di continuare il loro viaggio verso il nord Europa.
Decine di persone di sono sdraiate sui binari per protestare contro la chiusura della frontiera
Sono almeno 12'000 le persone, fra cui tantissimi bambini, anche molto piccoli, ammassati nel campo profughi alla frontiera. Il vice ministro della difesa greco, Dimitris Vitsas, incaricato di coordinare i lavoro per far fronte all’aumento dei flussi migratori, ha da parte sua dichiarato sabato di sperare che la situazione migliori entro una settimana “senza dover usare la forza”.
12'000 i migranti bloccati al confine greco-macedone
A cause delle condizioni miserabili in cui si trovano i migranti che vorrebbero continuare il cammino lungo la rotta balcanica, molti di essi hanno deciso di recarsi ad Atene, dove verranno poi deviati verso i centri d’accoglienza allestiti in tutto il paese. Si stima siano 42'000 i migranti attualmente in Grecia. Il vice ministro Vitasa, però, è fiducioso: “Entro sette giorni saranno pronti 50'000 posti-letto”.
Intanto, sempre a Idomeni, una ragazzina siriani di 9 anni è stata ricoverata dopo aver contratto un’epatite. Altre persone si sono ammalata e gli operatori temono ora che il virus di propaghi rapidamente.
AFP/ludoC