David Cameron non intende innescare il processo di uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea (vuole lasciare il compito al suo successore e anche i fautori della Brexit non hanno fretta) e gli altri Ventisette membri, malgrado la volontà espressa dalla Commissione e dal presidente del Parlamento Schulz sia quella di accelerare i tempi, non possono obbligare Londra ad azionare il meccanismo di divorzio. Fino a quando non lo farà, però, non ci saranno trattative e il Regno Unito resterà nell'UE con tutti i diritti e doveri del caso.
Intanto, oggi lunedì è una giornata densa di appuntamenti politici ed economici per valutare le conseguenze della decisione britannica. Angela Merkel riceve a Berlino François Hollande e Matteo Renzi e poi il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, che passa anche da Parigi. Il lussemburghese Jean-Claude Juncker presiede una riunione straordinaria della Commissione. Nel mezzo, c'è l'arrivo prima a Bruxelles e poi a Londra del segretario di Stato statunitense John Kerry. E questo pomeriggio a Bruxelles ci sarà anche il negoziatore elvetico Jacques de Watteville. Il diplomatico svizzero cercherà di farsi spazio in un'agenda molto fitta. Domani, martedì, i leader dei Ventotto si ritroveranno a cena, presente anche Cameron, ma prima da una seduta del Parlamento di Strasburgo uscirà una risoluzione.
Di Brexit e delle sue conseguenze economiche, con un occhio ai mercati, parleranno anche i banchieri centrali, che oggi tengono la loro riunione annuale a Basilea.
RG/pon
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