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La coda infinita

Curiosità e riflessioni dalla sala stampa del torneo di Wimbledon: un blog curato da Lorenzo Amuso (2)

  • 28 giugno 2016, 08:30
  • 7 giugno 2023, 21:12
Santa pazienza

Santa pazienza

  • ©Keystone

Dal collaboratore RSI a Londra*

Wimbledon significa una composta paziente silenziosa attesa. Sempre e ovunque. Ai cancelli d’ingresso c’è invariabilmente la coda. Per entrare sul Centrale, la coda. Per i bagni la coda. Per mangiare, la coda. Persino per ordinare un bicchiere d’imbevibile Pimm’s bisogna sopportare una coda estenuante. Che metterebbe alla prova anche un monaco tibetano strafatto di ansiolitici.

Per distinguere l’origine degli spettatori basta coglierne il grado di impazienza sui volti. I britannici, in fila indiana, ritrovano d’incanto quell’unità nazionale ormai smarrita. Addirittura innamorati della queue, il supplizio notturno cui si sottopongono migliaia di intrepidi pur di accedere agli ultimi biglietti per il Centrale. Oltre la calma umana, un’esercizio di forsennata devozione.

Un biglietto vale una notte in coda... in tenda

Un biglietto vale una notte in coda... in tenda

  • ©Keystone

Anche perché, una volta terminata la coda, subito si presenta l’ostacolo successivo. La mistica dei controlli agli ingressi. E anche qui gli inglesi si fanno riconoscere, almeno quanto gli statunitensi coi loro bermuda cachi e le calzette bianco cotone.

Ogni procedura per qualsiasi suddito di Sua maestà è una gioiosa sottomissione alla regola. Addirittura orgogliosi nell’essere perquisiti all’ingresso. Si fermano, allargano diligentemente braccia e gambe, aprono le borse, anche se non gli viene chiesto. E quando gli steward non li degnano neppure di una scansione di metal detector, le espressioni facciali stentano a dissimulare la delusione. Solo il proverbiale understatement viene loro in soccorso. Un tripudio sfinente di “buongiorno”, “come sta?”, “prego-grazie-grazie-prego”. Una cortina di formalismo stucchevole. Superarla indenne è un atto eroico, quasi quanto sopravvivere al match di primo turno tra Evgeniya Rodina e Lesia Tsurenko: meglio i lavori forzati.

*Lorenzo Amuso

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