Amnesty international e altre organizzazioni, oltre a Governi stranieri, sono impegnati da mesi in una campagna a favore di Raif Badawi, blogger condannato in Arabia Saudita a 10 anni di carcere e a mille frustate, 50 ogni venerdì. La sua storia alimenta le discussioni riguardo alla libertà di espressione nel regno dell’Asia occidentale.
Il 32enne è stato riconosciuto colpevole di aver insultato l'Islam, ma la religione non c'entra, ha raccontato
Ensaf Haidar, la sua giovane moglie, raggiunta giovedì da Chiara Savi in Canada.
Una foto di Raif Badawi portata da un manifestante durante la "Marche répubblicaine", l'11 gennaio 2015
“Mio marito ha solo preso posizione su pratiche che limitano la libertà di espressione dei cittadini sauditi”, racconta.
I problemi con la giustizia, spiega, sono stati graduali. “Hanno cominciato a toglierli la patente, poi i permessi necessari per lavorare” fino a che non sono arrivate minacce e aggressioni fisiche, nel 2011. Badawi a chiesto allora alla moglie e ai figli di lasciare il paese, poco tempo dopo è stato arrestato.
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RG/ZZ