Alcuni media internazionali hanno pubblicato, martedì sera nuove rivelazioni sullo scandalo Luxleaks, l'inchiesta scoppiata a novembre sui vantaggiosi accordi fiscali che 340 multinazionali avrebbero raggiunto con il Lussemburgo durante il Governo dell'attuale presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.
Secondo una cinquantina di nuovi documenti finiti in mano al Consorzio internazionale dei Giornalisti, ci sarebbero altre 35 società da aggiungere alla lista. Tra queste, figurano nomi illustri come Skype, la Walt Disney, Koch Industries e Bombardier, che vanno ad aggiungersi ad altre molto note come Apple, Amazon, Ikea e Pepsi.
Gli accordi sarebbero avvenuti, secondo il quotidiano belga Le Soir, tra il 2003 e il 2011 e, tra le pratiche di "tax ruling" citate, figurano deduzioni fiscali spettacolari o un'imposizione fiscale estremamente bassa.
Lo scandalo aveva colpito Juncker meno di una settimana dopo la sua entrata in funzione e, dopo qualche giorno di silenzio, era passato al contrattacco negando di aver commesso illegalità e promettendo un giro di vite nella lotta all'evasione fiscale.
AFP/NC