La Russia e il Governo di Tobruk si dicono contrarie ai bombardamenti degli Stati Uniti cominciati su Sirte il 1 agosto mentre Roma valuta l'uso della base di Sigonella. A 24 ore dal lancio delle prime bombe americane, su richiesta del governo di Tripoli, la Libia torna ad essere il centro del risiko mondiale. Mosca e Tobruk giudicano "illegali" i raid in quanto "serve una risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu". Ma il Palazzo di Vetro ribatte a stretto giro che sono in "linea con la risoluzione delle Nazioni Unite".
Obama ha risposto che gli attacchi servono per aiutare i libici a "finire il lavoro" nella lotta all'IS, adottando lo stesso approccio usato in Iraq e Siria. Gli stessi USA hanno avvisato l'Italia della possibilità dell'uso delle basi militari di Aviano e Sigonella.
Intanto sul terreno a Sirte è guerra aperta. Gli Stati Uniti hanno lanciato "almeno sette raid da ieri" ma è dura è la resistenza che oppongono i combattenti dell'autoproclamato Stato islamico, composti per lo più da cecchini, ben posizionati sui tetti dei palazzi ed armati fino ai denti.
ATS/sdr