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Orgoglio nero a West Point

Un gruppo di cadette afroamericane posta una foto mostrando i pugni chiusi. Polemiche in America

  • 8 maggio 2016, 12:37
  • 7 giugno 2023, 19:49
Il gesto di lotta contro le discriminazioni razziali reso famoso negli anni '60

Il gesto di lotta contro le discriminazioni razziali reso famoso negli anni '60

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La divisa grigia con i bottoni dorati e le sciabole ricordano la guerra di secessione ma i pugni chiusi e le mani protese verso l'alto riportano alla mente le proteste del movimento Black Power (Potere nero) che, a partire dagli anni '60, si oppose alla segregazione razziale negli Stati Uniti. Un passato con il quale, evidentemente, restano ancora molti conti da fare. Tanto che la foto postata sui social network da un gruppo di cadette di West Point mentre mostrano, orgogliose, i pugni alzati, ha fatto immediatamente il giro del web, scatenando polemiche.

La famosa scuola, che dal 1802 forma le élite militari USA e dove, di fatto, la maggior parte dei diplomati rimangono uomini e bianchi, ha aperto un'inchiesta. Il ministero della difesa, infatti, vieta ai militari di promuovere iniziative politiche e in molti ravvisano un' implicita adesione delle giovani donne in divisa al movimento Black Lives Matter (le vite nere sono importanti), il movimento che denuncia le brutalità e le uccisioni delle forze dell'ordine nei confronti degli afroamericani.

Tommie Smith, al centro, e John Carlos a destra. L'australiano Peter Norman, a sinistra, fu solidale alla protesta, indossando sul podio uno stemma del “Progetto Olimpico per i Diritti Umani”, in solidarietà con gli atleti afro-americani

Tommie Smith, al centro, e John Carlos a destra. L'australiano Peter Norman, a sinistra, fu solidale alla protesta, indossando sul podio uno stemma del “Progetto Olimpico per i Diritti Umani”, in solidarietà con gli atleti afro-americani

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Il braccio alzato con il pugno chiuso, lo ricordiamo, è un gesto di lotta contro le discriminazioni razziali che riporta alla mente la protesta inscenata sul podio alle olimpiadi di Città del Messico del 1968; durante la premiazione dei 200 metri, gli afroamericani Tommie Smith e John Carlos, chinarono il capo e alzarono il pugno chiuso in un guanto nero, a sostegno dei diritti umani.

AFP/Massimiliano Angeli

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