Guadagni insufficienti, previsioni di traffico sovrastimate, costruzione sistematica di nuove linee: i TGV, i treni ad alta velocità fiore all'occhiello della Francia, finiscono nel mirino della Corte dei conti.
Inaugurato nel 1981 come simbolo di modernità e progresso, il TGV "perde colpi", scrive Le Figaro, facendo eco alla decisione dei saggi di Parigi, secondo cui il modello economico su cui si basa l'alta velocità transalpina è "elitario" e "non più sostenibile".
"La scelta sistematica dell'alta velocità ferroviaria - sentenzia la Corte dei Conti - ha portato a un sistema poco coerente dove i convogli di TGV collegano 230 destinazioni e passano il 40% del loro tempo sulle linee normali (cioè quelle usate dagli altri treni, ndr.)". Secondo la Corte dei conti, i TGV dovrebbero invece collegare meno stazioni sulle loro rotaie speciali e circolare meno sulle tratte normali.
E per il futuro, ammonisce la Corte, il comparto pubblico dovrà "adottare un'attitudine realistica e razionale".
ats/joe.p.