Sei morti nella notte fra i ribelli del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK). L’aviazione turca ha continuato a bombardare nel nord dell’Iraq, per la seconda settimana consecutiva. Le incursioni mirate anche contro i combattenti dell’autoproclamato Stato Islamico (IS) sono state decise il 24 luglio scorso dal presidente
Erdogan, dopo l’attentato avvenuto a
Suruç che ha causato 32 vittime.
Erdogan bacia la bandiera
Secondo stime, sono 260 i "terroristi" (così vengono definiti da Ankara) del PKK uccisi negli ultimi sette giorni e 400 quelli rimasti feriti.
Sabato, la principale milizia curda impegnata a contrastare l’avanzata dell’IS ha fatto appello alla coalizione internazionale capitanata dagli Stati Uniti a fare chiarezza sulla sua posizione rispetto alla nuova politica militare adottata dalla Turchia. Il presidente del Kurdistan iracheno
Barzani, da parte sua, ha condannato gli ultimi raid sostenendo che hanno ucciso civili a Zargala e ha invitato il PKK a rivedere la sua posizione per quanto riguarda il processo di pace.
Barzani condanna i raid
Reuters/AlesS
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