Svizzera

Bolle che salvano vite

Una fondazione ricicla le saponette degli alberghi per portarle dove migliaia di bambini muoiono per mancanza d’igiene

  • 12 dicembre 2016, 19:29
  • 18 ottobre 2023, 22:13
Dorothée Schiesser (la terza da sin) con il team della fondazione Wohnwerk di Basilea

Dorothée Schiesser (la terza da sin) con il team della fondazione Wohnwerk di Basilea

  • SRF

Il riciclaggio non fa bene sono all’ambiente. Lo dimostra l’opera di Dorothée Schiesser-Peyrouzet che, due anni fa, si è lanciata nel recupero delle saponette degli alberghi dando loro una nuova vita. Un’attività con un triplice lodevole obiettivo: ridurre gli sprechi, dare un’occasione di lavoro ai disabili in Svizzera e salvare tante vite. Quelle, in particolare, delle centinaia di migliaia di bambini che nel sud del mondo muoiono per malattie diarroiche e infezioni delle vie respiratorie.

Sapocycle

Avendo vissuto per anni in Camerun e poi viaggiato con il marito, direttore di alberghi di lusso anche all’estero, l’ex giornalista d'origini francesi si è convinta della possibilità di fare molto, semplicemente recuperando parte delle 150 tonnellate di saponette che ogni anno vengono gettate nella spazzatura in Svizzera.

"In Africa, ma non solo i saponi sono ancora merce rara. E molti bimbi ancora si ammalano e muoiono a causa di infezioni che contraggono perché non possono lavarsi regolarmente le mani", spiega all'RG.

Le nuove saponette

Le nuove saponette

  • Sapocycle.org

Mettendoci i suoi risparmi e il suo tempo ha dato vita alla fondazione Sapocycle, basata a Basilea. In breve è riuscita a coinvolgere alcuni altri volontari, diversi sostenitori e 75 alberghi di 4 e 5 stelle che le conferiscono la materia prima.

Occasione di lavoro per otto disabili

Il riciclaggio è affidato alla Wohnwerk di Basilea, una impresa sociale che (un po’ come la Fondazione Diamante in Ticino) offre proposte lavorative ed abitative agli handicappati. Il laboratorio, creato apposta per rispondere alla sollecitazione di Dorothée Schiesser-Peyrouzet, oggi impegna otto persone. Nel primo anno e mezzo di attività hanno prodotto quasi 2 tonnellate di saponette che, tramite organizzazioni come la Croce Rossa Svizzera, sono state distribuite a famiglie povere, soprattutto in Africa.

Un esempio per altri

L'iniziativa che in Svizzera è in via di consolidamento (la sua promotrice è alla ricerca di sostenitori che assicurino il finanziamento a lungo termpi), ha suscitato subito interesse all'estero. Progetti analoghi a Sapocycle dovrebbero essere realizzati, già nel corso del 2017, in Francia, Germania e Argentina, altri paesi dove la materia prima da riciclare non manca né mancherà. "Tanti alberghi oggi puntano sul sapone liquido, ma quelli di lusso continueranno a proporre anche la saponetta" sottolinea Dorothée Schiesser-Peyrouzet.

Diem/RG


RG 18.30 del 12.12.16: il servizio di Anna Maria Nunzi

RSI Info 12.12.2016, 19:45

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