Svizzera

"Temo altre aggressioni"

Fatti di Winterthur, intervista a Blerim Bunjaku che si batte per risolvere i problemi provocati in città dall'islam radicale

  • 21 febbraio 2017, 19:38
  • 8 giugno 2023, 04:28
Blerim Bunjaku

Blerim Bunjaku

  • SRF/Keystone

La presenza all’interno della comunità musulmana di elementi radicali e violenti continua a preoccupare a Winterthur, teatro lo scorso novembre di un violento pestaggio ai danni di due fedeli della moschea An’Nur. "Temo altre aggressioni" afferma all’RG della RSI Blerim Bunjaku, 39enne politico locale, fondatore e presidente di Fair Winti un’associazione nata proprio per risolvere, grazie a una migliore integrazione e comunicazione, i problemi dell'islam radicale nella città. Una presenza ingombrante che ha portato la comunità musulmana locale a spaccarsi.

È così?

Se parliamo della moschea An’Nur, sì, certo. C'è una lotta interna in corso da settimane, se non mesi, tra moderati e - diciamo - estremisti. Negli altri luoghi di culto invece no, anzi, cercano star fuori dalle dinamiche legate alla moschea An’Nur.

Lotta interna tra moderati e estremisti

Ma chi frequenta ancora la mosche An’Nur? Non sono tutti estremisti?

In generale ci sono più musulmani moderati. Quelli radicalizzati sono pochi, pochi, ma non temono nulla - lo dimostrano i fatti venuti a galla oggi (cfr. il primo articolo correlato ndr).

Con i 10 fermi odierni il gruppo estremista è stato neutralizzato?

I pezzi grossi sono a piede libero

No, non ce ne siamo liberati, i pezzi grossi sono a piede libero. Spero che gli inquirenti trovino le prove per delle sanzioni dure, che facciano capire agli altri estremisti che per loro nella nostra società non c'è posto. Non è tollerabile che qualcuno debba temere per la propria incolumità, per la propria vita, solo per aver parlato liberamente. Sono preoccupato, la situazione è delicata e non si possono escludere altre aggressioni.

Bisogna intervenire sull’associazione

La moschea An’Nur potrebbe venir comunque chiusa presto per questioni d'affitto. Sarà la soluzione dei problemi?

No. Potremmo chiuderla anche subito, ma l'associazione che la gestiva continuerebbe ad esistere. Quindi è sull'associazione che bisogna intervenire, non sulla moschea. Per me ogni moschea è un potenziale luogo d'integrazione per le persone che la frequentano.

L’unica soluzione è il riconoscimento dell’islam da parte dello Stato

A proposito di associazioni: uno dei punti delicati è la provenienza dei fondi. I predicatori estremisti arrivano perché qualcuno li invita e li paga…

I binari sono due: aiutare, e pretendere. Le operazioni di polizia e magistratura sono giuste, ma non bastano. L'unica soluzione che vedo è il riconoscimento da parte dello stato dell'islam. Così si potrebbe pretendere trasparenza sui bilanci, o controllare i predicatori. E allo stesso tempo si rafforzerebbe la posizione dei moderati.

Alan Crameri

DAL TG20.00:

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