Ticino e Grigioni

"Stop alle trattative"

L'AIGT getta la spugna e respinge le richieste dei sindacati per un contratto ponte nel settore del granito

  • 27 novembre 2014, 15:30
  • 7 giugno 2023, 01:42
Un tunnel senza via d'uscita, forse

Un tunnel senza via d'uscita, forse

  • ©Ti-Press

La notizia, nell’aria, è ora ufficiale: l’Associazione industrie dei graniti, marmi e pietre naturali del Ticino non intende proseguire le trattative con i sindacati per la firma di un contratto ponte nel settore delle cave valido fino a fine 2015 quando dovrà essere rinegoziato il contratto nazionale mantello. Dall’atteso incontro di mercoledì sera a Bellinzona dei rappresentanti dell’AIGT, infatti, è uscita una fumata nera.

“Interrompiamo le trattative; non intendiamo dar seguito alle rivendicazioni delle parti sociali, visto che a loro volta non hanno voluto prendere in considerazione la nostra richiesta: continuare a non riscuotere l’1% del contributo professionale sui salari dei dipendenti per il 2015”, dichiara Mauro Bettazza, presidente dell’organizzazione padronale, che in merito aggiunge: “Siamo pronti a lasciare tutto così com’è e trascorrere il prossimo anno in questo modo, salarialmente parlando, in attesa che a livello nazionale si giunga ad una soluzione attraverso un contratto nazionale mantello”.

La trattative tra le parti, nonostante la mediazione del presidente del Governo ticinese Manuele Bertoli, sembra sempre quindi compromessa e sullo sfondo riappare lo spettro dello sciopero, che in giugno aveva portato gli scalpellini a incrociare le braccia.

I sindacati promettono lotta in cava

UNIA e OCST in una nota biasimano la decisione padronale e annunciano che "i lavoratori del granito si preparano ad una dura stagione di lotta nelle cave: per la propria dignità, per il proprio contratto collettivo di lavoro e per garantirsi anche in futuro di un modello di pensionamento anticipato a 60 anni equilibrato e necessario".

Lino Bini/Diem

Ti potrebbe interessare