Ticino e Grigioni

Un macabro ricatto

Ci sarebbe anche la riesumazione di una parente delle vittime dietro il raggiro compiuto nel Luganese a suon di minacce divine

  • 2 luglio 2015, 21:27
  • 7 giugno 2023, 10:20
Immagine d'archivio

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  • ©Tipress

Nuovi, sconcertanti sviluppi nell’inchiesta avviata in primavera contro il quintetto che, minacciando punizioni divine, per anni avrebbe spogliato due donne (domiciliate nel Luganese) dei loro averi. Le vittime – si è appreso oggi – sarebbero state indotte persino a riesumare le ceneri di una parente, e a portarle in Italia per effettuare una sorta di cerimonia esoterica. Ceneri poi mai recuperate.

L’episodio sarebbe soltanto l’apice della messa in scena con la quale i cinque avrebbero lucrato alle loro spalle. Sostenevano di essere degli intermediari di Dio, di cui riferivano le volontà che si traducevano puntualmente nel prelievo di contanti e nella donazione o l’acquisto di beni di lusso. Gli ordini venivano spesso impartiti col telefonino. Il tutto ventilando disgrazie di vario genere.

Coazione e minaccia le accuse ipotizzate dalla magistratura, in aggiunta ovviamente ai reati finanziari. Gli indagati si sono difesi parlando di semplici “donazioni volontarie”.

Francesco Lepori

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