Cronaca

“Non ci spostiamo da Bosco”

Ore di tensione in casa della famiglia Arcioni in alta Valle Maggia; intanto prende posizione il proprietario della struttura

  • 21 gennaio 2014, 12:19
  • 5 settembre 2023, 05:00
capre arcioni bosco gurin 3.JPG
  • foto azienda arcioni

“Non ci spostiamo da Bosco, perché abbiamo paura che la polizia possa venire da un momento all’altro”. Laura Arcioni, che con il compagno Michele, gestisce l’azienda agricola di Bosco Gurin colpita da un duplice sfratto non nasconde la sua inquietudine.

“La polizia fa il suo lavoro; non è colpa loro, però la tensione c’è tutta. Cerchiamo comunque di mantenere il controllo perché abbiamo quattro bambini e non possiamo farli vivere nella paura. Non possiamo neanche fargli capire che c’è qualcosa che non va. Evidentemente lo sanno, ma cerchiamo costantemente di rassicurarli. In pratica per noi il lavoro è raddoppiato”.

“Con il proprietario (un ex dirigente dell'Unione Contadini Ticinesi, ndr.) non ci sono più stati contatti, come del resto è già successo negli ultimi anni: si comunicava in pretura”. Da noi contattato, ci ha risposto che nel corso della giornata si sarebbe espresso pubblicamente con un comunicato stampa ( leggi il comunicato in basso ). Ci ha inoltre precisato che la fattoria non è sua, ma della sua famiglia.

Nel frattempo si è anche attività la solidarietà della popolazione. “Ci hanno messo a disposizione delle stalle; sono quelle in fondo al paese. Purtroppo però non sono più a norma, quindi andrebbero fatti dei piccoli interventi e questo, con il tempo che c’è adesso, è impossibile” .

SP

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I

l comunicato

La famiglia Hess-Sartori, proprietaria della Stalla a Bosco Gurin ha voluto precisare per mezzo di un comunicato stampa diffuso oggi, martedì, quanto segue: Il signor Michele Arcioni ha stipulato con i proprietari un contratto di affitto agricolo per la stalla. La Sua residenza non fa dunque parte del contratto. I fatti interessano due procedure separate: l ripristino di una rimessa trasformata abusivamente in stalla per capre nell’autunno 2010; la scadenza del contratto di affitto (e non sfratto) della stalla l’11.11 2012. Al momento l’esecutività riguarda unicamente la prima procedura (Attestazione d’esecutività dell’11.12.2013). A seguito dei reclami, dei ricorsi interposti e delle richieste di rinvio di udienze da parte del signor Michele Arcioni, la sentenza è cresciuta in giudicato solo ora. La fine del contratto d’affitto in campo agricolo è invece una situazione ricorrente. Nel caso sollevato la disdetta è stata legittimata dalle istanze giudiziarie preposte a garantire i diritti del fittavolo e del proprietario. Nel 2007 i locatori hanno notificato all’affittuario la disdetta anticipata del contratto di affitto agricolo per motivi gravi. La scadenza definitiva e senza possibilità di proroga era stabilita per l’11.11.2012. Il signor Michele Arcioni era a conoscenza fin dal 2007 che entro il 2012 avrebbe dovuto trovare una soluzione alternativa. Tuttavia il signor Michele Arcioni ha chiesto una proroga di locazione in data 25.10.2012. La famiglia Hess-Sartori, in risposta alla richiesta, ha subordinato l’eventuale entrata in materia rispetto ad una proroga del contratto di locazione fino al 31.12.2014 ad alcune condizioni inderogabili. Il signor Michele Arcioni ha semplicemente ignorato l’offerta della famiglia Hess- Sartori. Questa decisione non è ancora passata in giudicato.

"Lo scorso fine settimana sono state segnalate all’unione contadini ticinesi le difficoltà del Sig. Arcioni di Bosco Gurin obbligato, per scadenza del contratto, ad allontanare il bestiame dalle stalle affittate nel 2004. Se dal lato umano questi giovani agricoltori hanno la nostra comprensione, non possiamo però opporci al valore di un contratto agricolo stipulato nel pieno rispetto delle regole vigenti e alle susseguenti decisioni date democraticamente dalle diverse istanze. Il Sig. Arcioni sapeva da 6 anni della scadenza del contratto. E’ nostra intenzione interessarci per cercare delle soluzioni. Resta da capire come è possibile, visto che la scadenza era conosciuta, arrivare all’ultimo momento e in pieno inverno a cercare una sistemazione per molti capi di bestiame."

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