Cronaca

"Insensato finanziare tutti gli impianti"

Per l'economista Rico Maggi in Ticino bisogna insistere su una sola stazione invernale

  • 24 settembre 2013, 15:55
  • 6 giugno 2023, 15:12
Sulle nevi ticinesi

Sulle nevi ticinesi

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Non è la prima volta che lo dice, ma Rico Maggi , professore all'Istituto di ricerche economiche (IRE) dell'Università della Svizzera italiana, è critico con la politica di sostegno agli impianti di risalita . Dopo lo studio da lui coordinato, quello pubblicato dalla Grischconsulta nel 2008 e alcune simulazioni con le stazioni sciistiche, risultava chiaro come l’avvenire del turismo invernale in Ticino era catastrofico. Oggi le prospettive, ricorda Maggi, non sono cambiate.

"Gli impianti non bastano"

“Gli impianti di risalita non sono una proposta turistica. Isolati, senza base solida, strutture ricettive e attrazioni, la loro gestione non è sostenibile. Il mercato è competitivo e stagnante” evidenzia l'economista da noi raggiunto.

"Un approccio sbagliato"

Secondo Maggi, il sostegno voluto dalla politica è contrario a piani capaci di generare le prospettive virtuose di una vera politica regionale. I sussidi non permetterebbero di riflettere a strategie alternative. “È un peccato perché le risorse dovrebbero andare a quei progetti che partono dal basso e che sanno generare sviluppo”, precisa il professore

"Offerta per i residenti"

Stando all'esperto, gli impianti periferici possono rappresentare un’offerta di tempo libero per la popolazione residente. Una proposta che in Ticino è così diffusa da essere però eccessiva, sottolinea Rico Maggi.

Da.Pa.

Solo Airolo ce la può fare

In Ticino non ci sono le condizioni naturali e storiche per un’offerta invernale competitiva. Per Rico Maggi, solo Airolo o Bosco Gurin possono avere un futuro. La prima perché ha il potenziale maggiore, la seconda solo con un piano strategico e sfruttando il suo un appeal come località di montagna.

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