Cultura e spettacoli

Un premio alla speranza

"Fuocoammare" ha vinto la Berlinale grazie alla pregnanza della storia e alla bellezza delle immagini - Il commento

  • 20 febbraio 2016, 22:14
  • 14 settembre 2023, 09:59
Un'immagine tratta dal film

Un'immagine tratta dal film

Va alla speranza di chi si mette in viaggio scommettendo la vita per averne una migliore, l’Orso d’oro di questa 66esima Berlinale con Fuocoammare dell’italiano Gianfranco Rosi.

Il documentario ambientato a Lampedusa ha conquistato la giuria presieduta da Meryl Streep tanto per la pregnanza della storia, che racconta di chi attraversa il mare per emigrare dalla guerra e dalla povertà estrema, quanto per la bellezza delle immagini. E ha rapito il pubblico del festival (e chi scrive) per la sensibilità nel raccontare le vicende degli abitanti di Lampedusa senza facili sentimentalismi. Seguendo le vicende del ragazzino protagonista intorno al quale vediamo svolgersi le tragedie dei migranti, si viene a contatto con la realtà di chi soccorre, aiuta e cura la gente che viene dal mare a bordo di improbabili imbarcazioni.

Il video della premiazione

RSI Mondo 20.02.2016, 20:49

Il Gran premio della giuria all’altro favorito in concorso: Morte a Sarajevo di Danis Tanovic che parla della storia e del presente della capitale della Bosnia Erzegovina nel giorno del centenario dello scoppio della prima guerra mondiale. Un racconto labirintico, derivato dalla pièce di Bernard Henry-Lévy, frammentato in vari filoni narrativi che seguono i personaggi, rendendo efficacemente la complessità di un Paese diviso fra anime diverse.

Orso d'oro il commento di Marco Zucchi nel radiogiornale (20.2.16)

RSI Ciaknews 21.02.2016, 11:46

Orso d'oro: Rosi nel radiogiornale (Rete Uno 21.2.16)

RSI Ciaknews 21.02.2016, 12:02

Attualità culturale: l'intervista a Gianfranco Rosi (Rete Due 22.2.16)

RSI Ciaknews 21.02.2016, 12:03

E Alfred Bauer Prize al film che più ha fatto parlare di sé per la sua enciclopedica durata: A Lullaby to the Sorrowful Mystery di Lav Diaz che, alla consegna dell’Orso, ha definito scherzosamente il suo film di 485 minuti “un cortometraggio”, forse paragonandolo alle sue opere di 9 e 11 ore. Un terzo premio altrettanto meritato perché, nel raccontare la rivoluzione filippina contro gli spagnoli (1896-1898), Diaz riesce a descrivere la potenza di un popolo e la bellezza della natura del suo Paese.

Tre Orsi davvero meritati.

Francesca Felletti


La diretta da Berlino

Telegiornale 20.02.2016, 20:00


Berlinale, il palmarès

Telegiornale 20.02.2016, 21:00

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