Musica e silenzio

Geronimo Filosofia
Martedì 24 febbraio 2015 alle 11:35
Replica alle 23.33 e sabato alle 09.00

«Silenzio, parola controtempo: il silenzio sta fuori del tempo. Il silenzio prende controtempo il tempo. In musica il controtempo si prende lo spazio cosiddetto “debole” della battuta, ma è lo spazio che dà libertà all’esecuzione, sia con il suono sia con il silenzio». Da questi presupposti Mario Brunello, il violoncellista italiano più apprezzato al mondo, inizia il suo dialogo con Antonio Ria sul rapporto fra musica e silenzio, in occasione della pubblicazione del suo libro Silenzio, pubblicato da il Mulino: una storia musicale del silenzio oppure una storia del silenzio in musica. Anche concretamente, con brani col suo secentesco violoncello Maggini, Brunello dimostra come prendersi cura del silenzio: lo cerca, lo accoglie, lo abita, accompagnando l’ascoltatore a scoprirlo in un intreccio fra arte, filosofia e il nostro vivere quotidiano.

Attraverso una sintetica carrellate di autori – da Bach, Mozart, Beethoven fino a John Cage – il maestro Brunello dimostra come il silenzio fa capire l’importanza dei suoni, della musica, e viceversa: il silenzio quasi come «l’ottava nota», fondamentale in musica (ma anche nei rapporti interpersonali, egli sottolinea). In musica poi, il silenzio può amplificarne il significato.

E a questo punto Mario Brunello racconta la sua esperienza quando fa vibrare il suo prezioso violoncello ad alta quota, per esempio a 2700 metri tra i massi della morena nelle Dolomiti, suonando Bach: emozioni uniche dell’ascolto della musica filtrata dal silenzio della natura nella purezza dello spazio aperto dell’alta montagna. Si scopre così che il silenzio non è assenza, ma una grande presenza. E conclude: «Amo la musica, mi piacciono i rumori, adoro il silenzio». Una grande lezione, artistica ed esistenziale.