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Concerto Jazz

Christoph Stiefel “Inner language trio” - “Tra JAZZ e nuove musiche”

  • 4.2.2024
  • 1 h e 28 min
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  • Musica
Di: Lorenzo De Finti

Christoph Stiefel, nato a Zurigo nel 1961, è attivo in diversi ambiti musicali quale pianista, tastierista, compositore, arrangiatore e produttore. Dopo le prime lezioni di pianoforte classico il suo interesse si è concentrato rapidamente verso le espressioni funk, fusion e jazz. È stato per cinque anni membro fisso del gruppo di Andreas Vollenweider e nel 1980 ha fondato la band funk Stiletto con la quale ha prodotto due dischi. Nel 1990 ha fondato la sua propria formazione jazz (trio, ma anche quartetto) con cui ha prodotto nove dischi e tenuto molti concerti in Svizzera, Germania e Austria con la partecipazione tra gli altri di Peter Erskine, Charlie Mariano, Michel Benita, Jeff Hirshfield, Hämi Hämmerli, Dieter Ilg, Roberto Gatto, Tony Renold, Heiri Känzig, Joel Allouche, Matthieu Michel, Nat Su, Pat Moret, Marcel Papaux e Reto Suhner. Molte altre attività – per esempio il nuovo progetto di duo con la cantante Lisette Spinnler – si intersecano con l’insegnamento alla Jazz Schule di Zurigo e dal 1998 alla Musikhochschule di Lucerna. «Il trio rivela il magistrale controllo dell’ondeggiamento di ritmo e dinamica, con l’agilità di un motoscafo e la grazia di un vascello oceanico». Con questo ed altri elogi la stampa internazionale ha accolto il recente disco – Big Ship per Basho Records – del pianista zurighese, musicista dalla grande e variegata esperienza che proprio nella classica formazione con basso e batteria
ha voluto raccogliere gli elementi più intimi della propria poetica, scegliendo non a caso il nome Inner Language (cioè “linguaggio interiore”) per caratterizzare il trio con Arne Huber e Kevin Chesham. Un viaggio interiore – che sa farsi però decisamente esteriore ed eloquente proprio in sede concertistica – dove nel recupero di una concezione isoritmica (dalle lontane radici che si perdono fin nel Medioevo) porta a creare una variante attuale della composizione jazz, per un risultato che oscilla tra intensità ritmica e raffinatezza timbrica. Un equilibrio naturale, ma non scontato, tra libertà e rigore compositivo.

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