Dopo di noi, il sogno di una vita autonoma

"Non passa giorno che io non pensi a cosa succederà dopo di me, ma il futuro è sempre stato un brutto pensiero". Rita è la madre di Emanuele, un uomo di 51 anni affetto da disabilità mentale. Per lei, come per quasi tutte le madri di figli disabili, la vita non è semplice, perché oltre alla lotta quotidiana per garantire loro una vita dignitosa che non sia fatta solo di cure mediche, resta la grande incognita di quello che accadrà dopo la propria morte. Cosa succede ai figli disabili alla morte dei genitori? Finora le risposte sono rimaste nelle mani di iniziative private, mentre i fondi pubblici destinati ai più poveri si riducono ogni anno di più. In Svizzera alcune iniziative garantiscono l'accompagnamento alla vita in casa propria, fuori dagli istituti, come accade nella Scuola di vita autonoma della Pro-Infirmis nel Canton Ticino, mentre finalmente anche in Italia è stata votata una legge che garantisce il sostentamento economico per gli indigenti. Ma basterà tutto questo per garantire il diritto ad avere una vita autonoma? Simona Bellini, del Coordinamento nazionale famiglie disabili gravi, e Chiara Bonanno, promotrice per il riconoscimento dei care giver familiari italiani, hanno aperto le loro case per raccontarci la vita dei loro figli, mentre le testimonianze delle madri che frequentano il bar aperto dall'associazione Come un albero a Roma dimostrano come sia possibile lavorare, e guadagnare, anche per chi ha una disabilità mentale".