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Falsi in aumento nel mondo dell’arte

La responsabilità è anche del compratore

Mario Casanova

Il mercato dell'arte si basa sulla fiducia. Visto che la macchina è ben oliata, è sufficiente che il dubbio si insinui - per esempio in termini di autenticità - in modo che la macchina inizi a incepparsi. Poco prima che lo scandalo diventi pubblico, o sia soffocato per paura di minare un sistema fragile, molti intermediari del settore sono spesso tentati di sbarazzarsi di ingombranti sospetti come di una patata bollente.

Come individuare allora gli anelli deboli della catena, cioè chi aveva dubbi sulla natura di fondo del pezzo e ha preferito separarsene omettendo di comunicare i suoi sospetti, quelli che pensavano - in buona fede - di fare un buon affare?

"Il confine tra vittime e carnefici in un caso di falso è veramente tenue", conferma Marc-André Renold, avvocato che esercita a Ginevra, Professore presso l'Università di Ginevra, responsabile per l'insegnamento del diritto dell'arte e beni culturali. Se vendi un elemento che si sa essere falso, stai commettendo un reato. E così, pensando di ottenere un buon affare, comprare un pezzo ad un prezzo molto buono, ma senza tutti i documenti necessari per stabilire la sua autenticità, potrebbe farvi passare per negligenti agli occhi della legge.

Il punto cruciale del business della contraffazione, spesso è la difficoltà nel dire quale intermediario è in buona fede e quale invece ha volontariamente cercato di ingannarvi.

Ne parliamo con Mario Casanova, curatore di mostre d'arte.

Falsi nel mondo dell’arte, Volare 24.11.2014

RSI New Articles 24.11.2014, 13:59