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La festa c'è, non il miracolo

Logica sconfitta della Svizzera contro l'Italia

  • 28 agosto 2014, 00:29
  • 6 giugno 2023, 21:59
Svizzera - Italia

Pubblico delle grandissime occasione

  • Ti-Press

di Marcello Ierace

Doveva essere una festa e una festa è stata. Il risultato (un comunque più che onorevole 80-65 per l’Italia), quello, poco conta. Contano, eccome, per tutto il movimento cestistico elvetico, le quasi 2'500 persone accorse al Palabasket di Bellinzona. Cose che non vedevano in Ticino da quasi un quarantennio. Dai fasti del boom degli anni ’70, per intenderci. Qualche acuto con il Lugano in Eurolega ad inizio millennio, ma prima e dopo niente di paragonabile.

Un entusiasmo frutto certamente di quel sogno contro la Russia, mantenuto vivo nonostante il prosieguo di cammino che ben conosciamo, con i forfait di Capela e Brunner e quel sempre più fastidioso "no grazie" di Sefolosha. Per andare avanti si doveva vincere, e non si è vinto. Dritti agli Europei 2015 ci vanno gli italiani, che dovrebbero farci un monumento per avergli messo fuori gioco i russi proprio con quel successo di Friborgo (senza quello la Russia avrebbe chiuso in testa al Gruppo G per la differenza canestri negli sconti diretti con gli Azzurri).

Ad ogni modo la Svizzera è rimasta in partita due quarti e mezzo (36-50 al 23’ prima dello strappo degli uomini di Pianigiani) grazie alla solita prestazione superlativa dei fratelli Mladjan (7 punti per Dusan ma soprattutto 21 per Marko), sostenuti da un ottimo Kovac (14) e da un rinato Vogt (12), probabilmente alla sua ultima partita in carriera. Ma per il resto il vuoto è stato pressoché assoluto. E ovviamente contro questi avversari è una condanna. Anche perché in difesa la sofferenza è stata totale e costante, con Datome (24 punti senza sbagliare quasi nulla) che nessun rossocrociato ha potuto minimamente impensierire e un divario di centimetri e qualità sotto canestro da far venire le vertigini. Inevitabile quindi la resa alla distanza.

Svizzera-Italia (27.08.2014)

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