di Marcello Ierace
Quattro anni fa tredicesima a Londra con la staffetta 4x100m, adesso Mujinga Kambundji è pronta a riprovarci, ma stavolta da sola. Parafrasando un ormai vecchio libro, potremmo dire che... Mujinga è uscita dal gruppo, ed è ora a tutti gli effetti una solista. Il tutto sulla spinta di record nazionali infranti, svariati titoli svizzeri e il recente bronzo continentale messi in bacheca, ma anche dolorosi passi falsi, come quel testimone sfuggitole di mano agli Europei di Zurigo.
A ventiquattro anni, la ragazza di origini congolesi è ora una donna matura, caratterizzata dal solito sorriso timido e genuino ma anche assolutamente determinata. In questi anni è diventata un'icona della nostra atletica e certamente arriva a questi Giochi come uno dei personaggi principali della comitiva rossocrociata, con la notevole attenzione mediatica sulle spalle e tutte le aspettative che ne conseguono.
"Sento un po' di pressione addosso, ma è una pressione positiva"
Mujinga Kambundji
"È la prima volta che corro a livello individuale in una gara olimpica e so che sarà piuttosto differente - ci dice, appena terminato un allenamento con dei giovani talenti dell'atletica rossocrociata a Tenero, dove sta svolgendo l'ultima fase di preparazione prima di volare in Brasile - Spero di fare delle buone prestazioni, perché sarà un momento davvero speciale. Il mio obiettivo per queste Olimpiadi sono le semifinali. Non sarà facile, perché il livello è altissimo e me ne sono accorta l'anno scorso a Pechino. Però darò il meglio di me stessa e poi vedremo: sogno una finale ma iniziamo con la semifinale...".
Rio 2016, l'intervista a Mujinga Kambundji (28.07.2016)
RSI Altri sport 28.07.2016, 12:00