Calcio

Il settembre nero del Lugano

In questo mese cinque sconfitte e una crisi ormai evidente

  • 29 settembre 2017, 10:30
  • 8 giugno 2023, 11:21
Alexander Gerndt

Gerndt, solo e sconfortato

  • Ti-Press

Dall'inviato a Lucerna Marcello Ierace

Seconda giornata di Europa League, cosa resta?

Quando certe parole vengono ripetute con una certa insistenza non si può non tenerne conto. Soprattutto se a pronunciarle è chi ti dà da lavorare. E quando Renzetti nel giro di due minuti dice ai nostri microfoni "nel nostro momento difficile non è stato preso nessun provvedimento" e ancora "alla minima difficoltà manca la gestione della situazione" c'è poco da stare tranquilli. Soprattutto in questo preciso momento storico. Young Boys, Beer Sheva, Sion, Grasshopper e Steaua Bucarest. Cinque ko con in mezzo una vittoria all'ultimo respiro contro una squadra di due leghe più giù: diciamo una mezza sconfitta anche questa. Un settembre nero, che fortunatamente è finito.

Cosa può cambiare?

La nota positiva è che il Lugano c'è, o almeno c'è stato, ma solo a metà. Nei primi qurantacinque minuti si è visto pragmatismo al servizio della velocità: e il 2-0 di Mariani avrebbe messo la parola fine al momento buio. E invece, dopo la pausa, tutto è cambiato. Rewind e Lugano in versione "gioco bene ma non produco". Forse un po' di stanchezza, forse un po' di sufficienza. Renzetti ha invocato i cambi ma, a guardar bene, cosa si poteva fare di diverso? Perché possiamo girarci attorno finché vogliamo, ma lì davanti c'è un vuoto evidente. Il Bottani in versione extra lusso ha fatto sognare, ma appena il fantasista ticinese ha avuto un calo, Gerndt è tornato alla sua solitudine. E Marzouk, volenteroso ma sempre pasticcione, ha confermato anche nei pochi minuti contro i rumeni di non essere pronto per questi palcoscenici.

Il punto sul girone

La situazione è grigia, ma non nera. A rendere la sfumatura del colore ancora piuttosto tenue ci ha pensato il Viktoria Plzen che, battendo 3-1 il Beer Sheva in Repubblica Ceca, mantiene i bianconeri ancora a tre punti dal secondo posto. Avessero vinto gli israeliani, la porta dei sedicesimi di finale sarebbe stata già, dopo due partite, nient'altro che un'utopia. Ancora una volta allora ti vien da pensare che, se Mariani l'avesse infilato quel pallone al posto di colpire il palo, ci si troverebbe tutti a pari merito con tre punti. E sì, parleremmo di tutt'altra situazione.

Il servizio di Omar Gargantini sul "momento no" del Lugano (Rete Uno Sport 29.09.2017, 12h30)

RSI Sport 29.09.2017, 15:10

Europa League, l'intervista a Renzetti (28.09.2017)

RSI Sport 28.09.2017, 21:25

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