Hockey

Fazzini il migliore, deludono gli svedesi

Diamo i voti alla stagione 2016-17 dell'Hockey Club Lugano

  • 31 marzo 2017, 13:13
  • 8 giugno 2023, 05:42
Luca Fazzini

Il giovane attaccante è definitivamente sbocciato

  • Ti-Press

di Andrea Torreggiani

Merzlikins 4,5: a inizio stagione soffre la partenza del suo allenatore Leo Luongo, poi ritrova fiducia e disputa una splendida serie di playoff contro lo Zurigo. Con il Berna è meno decisivo.

Manzato 4: altra stagione segnata dagli infortuni. Accetta serenamente il ruolo di numero due e dà il suo contributo quando viene chiamato in causa.

Vauclair 4,5: fatica a carburare in regular season a causa dei soliti acciacchi, poi trascina il Lugano in semifinale a suon di reti. Nel miglior momento di forma viene messo fuori causa da un check di Simon Moser.

Wilson 3,5: chiamato a sostituire l'evanescente Daniel Sondell debutta con un gol al Kloten. Fuoco di paglia, perché in seguito si rivela piuttosto pasticcione e a livello fisico non porta quello che ci si aspetta da lui.

Ronchetti 4,5: tornato all'ovile dopo le esperienze con Davos, Ajoie, Turgovia e Langnau, all'inizio fatica ad ambientarsi. La crescita però è netta e costante e nei playoff dimostra di avere le basi sulle quali costruire qualcosa di buono.

Furrer 4-: il fisico non è più quello dei tempi migliori ed alcuni infortuni lo rallentano durante la regular season. Alza il suo rendimento durante i playoff, ma non riesce a raggiungere i livelli della scorsa stagione.

Hirschi 4,5: l'ultima stagione di una lunga e gloriosa carriera non è sicuramente la peggiore, anzi. Compensa con l'esperienza la minor velocità e reattività. Uomo di spogliatoio, mancherà molto dentro e fuori lo spogliatoio bianconero.

Ulmer 4: i problemi di due anni fa sono ormai fortunatamente solo un brutto ricordo. A 28 anni sembra aver raggiunto il massimo del suo potenziale, ma non fa mancare il suo contributo alla squadra. Solo tre le reti segnate, due delle quali nel derby di fine regular season.

Chiesa 5: l'esempio del difensore difensivo. Solido, duro, regolare nel rendimento. È stata la sua prima stagione da capitano del Lugano: all'inizio il compito lo preoccupa un po', invece lo svolge in modo egregio.

Sartori 3,5: il talento c'è, ma la crescita si è un po' fermata. Ha solo 22 anni, c'è ancora tutto il tempo per lavorare e migliorare ancora.

Riva s.v.

Fontana s.v.

Martensson 3: la scorsa stagione si era salvato disputando una grande semifinale contro il Servette, quest'anno invece dopo una regular season anonima nei playoff viene accantonato. Il peggior straniero dell'HCL targato 2016-2017 nonostante i 13 gol segnati.

Bertaggia 3,5: l'impegno e l'energia non mancano mai, si sacrifica sempre per la squadra, ma rispetto allo scorso campionato segna 11 reti in meno, passando da 16 a 5...

Hofmann 4,5: si conferma uno degli attaccanti svizzeri più prolifici del Lugano, nonostante Shedden lo utilizzi spesso come centro, che non è il ruolo che più gli va a genio. Peccato per la flessione durante i playoff, nei quali ha centrato il bersaglio una sola volta, anche perché i pali delle porte avversarie non gli sono amici.

Fazzini 5,5: a 22 anni è definitivamente sbocciato, passando da promessa a secondo miglior marcatore svizzero del Lugano. L'arrivo di Greg Ireland, che in lui ha subito riposto grande fiducia, gli ha messo le ali ai piedi. Ventun gol segnati: ora il futuro è davvero suo.

Zackrisson 3,5: Shedden lo mette subito da parte, ma lui non ha il carattere per riuscire a riconquistare un posto stabile in squadra. Nei playoff migliora, contro lo Zurigo mostra buone cose, ma quando di fronte si trova il solido e fisico Berna finisce per sparire di nuovo.

Morini 4-: il talento c'è, ma non è ancora riuscito a fare il salto di qualità. Ha solo 22 anni, il tempo è ancora dalla sua parte.

Lapierre 4,5: l'assist per il gol di Hofmann in gara-2 di semifinale dimostra che sa giocare ad hockey e non solo menare le mani. Dopo l'arrivo di Ireland riduce notevolmente le provocazioni agli avversari (che fosse Shedden a chiedergli di agire così?) e pensa soprattutto a giocare. Chiude con un bottino di 10 reti e 13 assist in 38 partite. Da confermare.

Reuille 4: a 35 anni è ancora profondamente innamorato dell'hockey e lo dimostra con la passione che ancora mette in pista. Esegue in modo egregio il compito che gli assegnano gli allenatori. Peccato che la mira davanti alla porta non sia più quella di una volta...

Sannitz 5: uno dei leader del Lugano, sa come usare il fisico e non ha mai paura di gettarsi davanti alle conclusioni avversarie per bloccare i dischi. È nel pieno della sua maturità agonistica ed ha ancora tanto da dare ai colori biancogialloneri.

Gardner 5-: Trentotto anni e non sentirli (anche se sul ghiaccio non è mai stato velocissimo). Non fa mai mancare la sua presenza nello slot ed è anche grazie alla sua grandissima esperienza che il Lugano è riuscito ad arrivare in semifinale eliminando lo Zurigo.

Romanenghi 4: trascorre buona parte della stagione in NL B nelle file dei Ticino Rockets, ma quando viene chiamato a dare una mano al Lugano si dà sempre molto da fare.

Klasen 3,5: il talento non si discute, ma con il solo talento non si vincono i campionati. È il prototipo di straniero da regular season, che fa divertire fino alla 50a giornata di campionato e che poi viene cancellato dalle difese avversarie quando iniziano i giochi per il titolo, anche perché spesso e volentieri si ostina a fare tutto da solo. Serve davvero tenerlo anche l'anno prossimo?

Bürgler 5: quando firma con il Lugano per rilanciarsi dopo due deludentissime stagioni a Zugo non tutti sono sicuri che possa davvero riuscirci. Invece si dimostra una vera e propria macchina da gol, 23 in 60 partite. La scommessa è vinta.

Walker 4-: svolge bene il suo ruolo di attaccante difensivo, ma potrebbe e dovrebbe utilizzare ancora di più il fisico. E soprattutto dovrebbe essere più freddo sottoporta per cercare di sfruttare quelle occasioni da gol che ancora ogni tanto si crea.

Brunner 3,5: ancora una volta non è assolutamente un fattore decisivo per il Lugano. Il tempo passa e la speranza di vedere anche in Ticino il Brunner ammirato a Zugo ed in NHL è sempre più flebile. A sua parziale giustificazione va detto che gli infortuni non gli danno assolutamente tregua...

Shedden 3: ad inizio stagione è confrontato ad una valanga di infortuni che condizionano il rendimento della squadra. Recuperati alcuni uomini, non riesce comunque mai a trovare soluzioni diverse dallo spremere sempre e comunque i migliori. A volte è troppo impulsivo e sbaglia a lavare in pubblico i panni sporchi (vedi caso Zackrisson).

Ireland 5: rimette insieme i cocci di uno spogliatoio sull'orlo di una crisi di nervi e porta in semifinale una squadra che ha rischiato di non fare i playoff. Il suo merito più grande però è di ridare fiducia e lanciare alcuni dei più giovani in squadra, Fazzini su tutti. Basterà per essere confermato?

NL A, il servizio sulla stagione del Lugano (Il Quotidiano, 31.03.2017)

RSI Hockey 31.03.2017, 19:47

Legato alla diretta di Berna-Lugano del 30.03.2017

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