di Piergiorgio Giambonini
Quanto felice è (hockeisticamente parlando, ovvio) il Natale 2014 dell’hockey ticinese? Se la risposta dev’essere, perlomeno in entrata, sintetica, rispondiamo allora che in casa bianconera felice lo è abbastanza, eppure – in virtù proprio di un dicembre al ribasso – meno rispetto alle aspettative maturate in autunno; e che in casa biancoblù felice non lo è, né può esserlo, per i molti e noti motivi.
Il Lugano, dunque. Dopo 32 giornate si ritrova con 9 punti in più rispetto ad un anno fa, e sono quelli stavolta non scialacquati in avvio di campionato. A Natale arriva 5o a –13 dal Berna neo-leader e a +19 sulla linea, mentre dodici mesi or sono era 6o a -18 rispettivamente +9. Segna 3.1 gol a partita e ne incassa 2.6, contro i 2.7 e 2.3 dell’autunno 2013. Le cifre evidenziano insomma l’evoluzione della “Fischer Revolution”. Dicono però anche che qualcosa ancora non funziona come dovrebbe a livello soprattutto difensivo.
Il resto lo raccontano invece i fatti, ovvero le prestazioni ed i risultati. E raccontano allora che proprio quando, a fine novembre, l’HCL sembrava aver trovato equilibri e quindi continuità, tre infortuni hanno destabilizzato il tutto. È bastato togliere Klasen per avere lampante dimostrazione di quanto (diciamo pure nella misura del 70%) a livello offensivo questo Lugano dipenda da un solo blocco, e il resto lo hanno fatto/provocato sul fronte difensivo le uscite di scena di due pilastri d’esperienza, lucidità, tranquillità e… spinta come Hirschi e Vauclair. Fatto sta che a partire dal 30 novembre sono arrivate 5 sconfitte consecutive, e poi la vittoria ai rigori lunedì a Davos ed infine il laborioso successo pieno casalingo (atteso ormai, tra l’altro, da ben sei partite!) contro il Rapperswil. Per un bilancio di 13 gol segnati e 20 subiti nelle ultime 7 partite pre-natalizie.
Intanto è arrivato Damien Brunner, che per ora s’è visto poco o nulla ma dal quale passerà innegabilmente il salto di qualità, indispensabile peraltro, di una squadra ora davvero più completa e come tale in grado, una volta tornata al completo pure sul piano difensivo, di alzare concretamente la mira. Riassumendo e confermando: il Natale bianconero è abbastanza felice (e il pubblico della Resega apprezza con ritrovato entusiasmo), ma da qui a… Pasqua il cammino, per quanto ben tracciato, è ancora lungo.
Un Natale sportivamente infelice, per contro, è quello leventinese. Perché da un anno all’altro il tonfo è totale quanto pesante: dal 2o al 10o posto, da una media-partita di 1.8 punti, 2.8 reti segnate e 2.3 incassate, ad una di 1.1, 2.5 e 3.3. Nulla funziona insomma più come funzionava un anno fa. Dai portieri dopo l’infortunio di Zurkirchen il 28 novembre, a una difesa priva di leader (Bouillon gioca da manovale e chiude le sue prime 21 partite con l’HCAP a –11 e appena qualche assist all’attivo, e l’altro “rinforzo” Birbaum si trascina un –16 personale) e ad un attacco che tutto sommato costruisce abbastanza ma con insufficiente continuità e soprattutto concretezza.
Nelle ultime settimane è cresciuto Aucoin, mentre Hall e Giroux stanno svolgendo bene i rispettivi (e diversi, come diverse sono del resto le loro caratteristiche) ruoli. Ma non può evidentemente bastare, e difatti non basta. A due terzi di campionato, l’Ambrì non è in effetti ancora riuscito a mettere in classifica 6 punti consecutivi (quattro serie di 5 come massima continuità…), e soprattutto alla Valascia continua a fare troppi regali. A Natale la squadra di Pelletier approda così a –7 dalla linea. A ribadire che nulla è compromesso, ma che il tempo per passare dalle parole ai fatti sta ormai per scadere.
Il bilancio di Paolo Duca e Brett McLean (Rete Uno Sport 24.12.2014, 12h30)
RSI Sport 24.12.2014, 12:33
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NL A, il bilancio natalizio delle ticinesi