Tennis

L'uomo per cui niente è impossibile

Il veterano Haas ancora tra i protagonisti a Wimbledon

  • 2 luglio 2015, 11:04
  • 7 giugno 2023, 10:18
Tommy Haas

Trentasette e non sentirli

  • Keystone

dall'inviato a Londra Stefano Ferrando

Quando la vita ti tira un sonoro schiaffone hai due vie: porgere l'altra guancia o sfidarla ancora. Tommy Haas non ha mai preso in considerazione la prima anzi...di ceffoni ne ha presi a ripetizione, ha subito una serie interminabile di operazioni, ha perso cinque anni di carriera ma da ogni infortunio è sempre tornato più cocciuto e determinato che mai. Le spalle, quella destra in particolare, sono di cristallo così come puro, elegante, d'altri tempi è rimasto il suo tennis. Quello che lo ha portato a vincere un argento olimpico, 15 tornei in carriera e a raggiungere quattro semifinali dello Slam: tre a Melbourne ed una proprio a Wimbledon, quando il mondo lo credeva già buono per la pensione.

"Mi sento, visti i tanti anni persi, come un giocatore di 32 anni e perciò perché dovrei smettere?" Questo ripete nelle ultime settimane Tommy Haas dopo l'ennesimo miracoloso recupero, dopo l'ennesima operazione alla spalla e un altro anno di stop. Molti, invece di esultare e godersi il suo gioco, non trovano di meglio che chiedergli quando chiuderà la carriera: lui, con quel sorriso da divo del cinema di Hollywood, risponde serafico che niente o nessuno potrà imporgli quel momento e che sarà lui a decidere, a dettare le sue condizioni perché questo succeda. Voglia di giocare ancora? Sì. Spirito di rivalsa nei confronti di un destino beffardo? Pure. Ma il vero motivo, il motore della sua ennesima rinascita ha gli occhi dolci e innocenti di una bambina di quattro anni, Valentina. Tommy desidera fortemente che quella bimba, divenuta ragazzina si ricordi di un Super Papà fuori ma pure in campo e che possa rivivere con lui epiche battaglie a suon di servizio e volée.

In tutta franchezza non si può immaginare niente di più forte per trasformare l'impossibile in reale. Giocare, divertirsi ancora a lungo, contro ogni logica, lottando con la carta d'identità e quella spalla che scricchiola è roba per uomini veri, quelli che come oggi vanno sotto 0-6 2-6 in meno di un'ora ma poi tirano fuori un orgoglio e una grinta che dovrebbero essere mostrati a qualsiasi ragazzino. Tommy Haas del ragazzino ha ancora quel cappellino perennemente girato al contrario e la voglia di buttarsi a rete su ogni palla: a lui, a quei 90' che hanno accompagnato terzo e quarto set ed il suo sogno di restare un altro giorno a Wimbledon va il nostro grazie.

Wimbledon, il finale del match Haas - Raonic (01.07.2015)

RSI Tennis 02.07.2015, 16:12

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