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Scienza e tecnologia
Il giardino di Albert
Come l'oro ha cambiato il mondo
Che cos'hanno in comune faraoni, astronauti, ingegneri romani e microchip? Una sola cosa: l'oro. Questo metallo, tanto raro quanto irresistibile, ha attraversato millenni di storia lasciando una scia di meraviglie e di rivoluzioni tecnologiche. Attraverso un documentario curioso e avvincente, Christian Bernasconi ci accompagna in un'avventura sorprendente, dove la scienza incontra la curiosità e l'ingegno umano si misura con la natura e con sé stesso. Dalle prime pepite raccolte a mani nude nei fiumi, all'oro che riveste gli specchi del telescopio spaziale James Webb, il racconto si snoda tra civiltà antiche e innovazioni moderne. Scopriremo come gli Egizi abbiano trasformato l'estrazione aurifera in un'industria, come i Romani abbiano usato l'acqua per scavare le montagne, e come l'oro abbia dato vita alla prima moneta di scambio, rivoluzionando l'economia globale. Ma non è solo una storia di ricchezza e di prestigio: è una storia di scienza, di tecnologia e di grandi intuizioni. L'oro ha ispirato tecniche di fusione, raffinazione, doratura e persino la nascita di strumenti fondamentali come l'albero a gomiti. E oggi, grazie alla sua conduttività e resistenza, è presente in ogni dispositivo elettronico che usiamo. Nato nel cuore di antiche supernove e nelle collisioni tra stelle di neutroni, l'oro che oggi brilla nei nostri gioielli e nei circuiti stampati ha viaggiato nello spazio per miliardi di anni prima di arrivare sul nostro Pianeta. E da quel momento il suo valore non ha mai cessato di crescere.
55 min
Il giardino di Albert
Una natura brillante
Quello di oggi è un viaggio luminescente in compagnia di Christian Bernasconi nel cuore della natura, dove la luce non è solo bellezza, ma strategia di sopravvivenza. Che cosa accomuna pesci abissali, piante carnivore, meduse, anfibi e persino scorpioni? Un misterioso potere: la fluorescenza - che diventa bioluminescenza quando l'organismo produce autonomamente la luce all'interno del proprio corpo. La proposta del giardino di Albert ci guida alla scoperta di un mondo invisibile ai nostri occhi, dove la luce diventa linguaggio, trappola, mimetismo, seduzione. Dalle profondità del Mar Rosso alla foresta pluviale di Sumatra, passando per gli stagni del Minnesota e le coste giapponesi, incontriamo scienziati visionari e creature sorprendenti. Il pesce peperoncino, con i suoi occhi rossi fluorescenti, individua le prede come un radar. La pianta Nepenthes usa la fluorescenza per attirare gli insetti nella sua trappola mortale. Le salamandre tigre brillano per trovare un compagno. E gli scorpioni, da milioni di anni, usano il proprio corpo come sensore per valutare il rischio di uscire allo scoperto. "Una natura brillante" è un racconto visivo potente, che mescola scienza e meraviglia. Un invito a guardare la natura con occhi nuovi, dove ciò che brilla non è solo spettacolo, ma segnale, funzione, evoluzione.
54 min
Il giardino di Albert
Il nuovo umano
#A cura di Davide Conconi e Cesare Bernasconi Presenta Christian Bernasconi Il programma si rivolge a un ampio pubblico nell'intento di rendere i contenuti scientifici accessibili a tutti.
55 min
Il giardino di Albert
Caccia al DNA più antico
Sotto il ghiaccio del grande Nord, un gruppo di scienziati ha compiuto l'impensabile: ha recuperato DNA vecchio di oltre due milioni di anni, riscrivendo i limiti della genetica e della paleontologia. DNA proveniente non da fossili, ma direttamente dal suolo. È la nascita di una nuova scienza: il DNA ambientale. Il documentario segue il biologo e genetista Eske Willerslev e la sua squadra in una missione quasi impossibile, tra intuizioni geniali, fallimenti e rivoluzioni tecnologiche. Grazie a coriandoli genetici conservati nel permafrost, emerge un mondo perduto: foreste artiche, mastodonti, caribù, piante mai viste prima a quelle latitudini. Un ecosistema che prosperava in un clima più caldo, simile a quello che ci aspetta. In un'epoca di cambiamenti climatici, il passato diventa guida per il futuro. I geni antichi vengono studiati e inseriti in piante moderne per renderle più resistenti. Perché forse, nel DNA di un mondo scomparso, si nasconde la chiave della nostra sopravvivenza?
55 min
Il giardino di Albert
Perché gli squali attaccano?
Tre attacchi mortali in meno di un anno nel Mar Rosso. Un mistero che scuote turisti, biologi e autorità. Drammi che, senza alcun dubbio, lasciano tracce indelebili. Il documentario proposto oggi dal giardino di Albert indaga le cause dietro questi eventi rari ma inquietanti, svelando un intreccio di fattori: riscaldamento delle acque, sovraffollamento turistico, pesca intensiva e squali affamati che si spingono sempre più vicino alla costa. Con immagini esclusive, testimonianze dirette e analisi scientifiche, il filmato ci porta tra le barriere coralline dell'Egitto, le spiagge della Florida e le coste australiane, dove la convivenza tra uomo e squalo è sempre più delicata. Ma gli squali non sono mostri sanguinari. Sono predatori antichi, essenziali per l'equilibrio degli oceani. E forse, più che temerli, dovremmo imparare a conoscerli davvero. Un racconto avvincente che mescola biologia, ecologia e tecnologia, e che ci costringe ad ammettere la cosa forse più evidente: siamo noi ad invadere il loro mondo!
55 min
Il giardino di Albert
Acque condivise
#A cura di Davide Conconi e Cesare Bernasconi Presenta Christian Bernasconi Il programma si rivolge a un ampio pubblico nell'intento di rendere i contenuti scientifici accessibili a tutti.
55 min
Il giardino di Albert
Animali da sballo
#A cura di Davide Conconi e Cesare Bernasconi Presenta Christian Bernasconi Il programma si rivolge a un ampio pubblico nell'intento di rendere i contenuti scientifici accessibili a tutti.
55 min
Il giardino di Albert
Clima, il mio cervello fa lo struzzo
Il riscaldamento climatico è un fatto, e l'uomo ne è in gran parte responsabile. E allora, che facciamo? "Davanti al pericolo, abbiamo la tendenza a infilare la testa nella sabbia": dice Tali Sharot, neuroscienziata. È vero che - stimolata dalla moltiplicazione delle catastrofi naturali e dagli estenuanti periodi di canicola - la consapevolezza dell'emergenza climatica si sta diffondendo sempre più, ma i nostri comportamenti non cambiano, come se la minaccia fosse irreale o troppo distante. E questo immobilismo collettivo potrebbe avere la sua origine proprio nei meccanismi di funzionamento del nostro cervello. Si chiamano "bias cognitivi". Questa sorta di dissonanza è, per esempio, quella sensazione di disagio che proviamo quando sappiamo che dovremmo rinunciare alla plastica ma in negozio chiediamo comunque un sacchetto in polietilene; sappiamo che dovremmo prendere l'autobus ma prendiamo comunque l'auto. È quel senso di discordia che nasce quando emozione, istinto e ragione non vanno d'accordo. Siamo forse prigionieri di un cervello ancora profondamente permeato di preistoria? Sono numerosi i bias cognitivi che ci impediscono di reagire razionalmente, e che Christian Bernasconi presenta in questo appassionante documentario: il bias dell'ottimismo (che ci spinge a minimizzare l'impatto negativo di un evento), il bias culturale ("l'uomo si salverà sempre e comunque grazie al progresso tecnologico"), il bias di conferma (il nostro cervello assorbe le informazioni che confermano la nostra visione del mondo, e rigetta le altre). Quest'ultimo riflesso cerebrale favorisce tra l'altro la polarizzazione delle opinioni, rafforzata - come ormai ben sappiamo - dagli algoritmi delle reti sociali. L'essenza del problema è comunque questa: sappiamo che la minaccia incombe e non c'è tempo da perdere, ma il nostro cervello fa (appunto) lo struzzo, e non vuole saperne.
56 min
Grandi Doc
Space beyond
Il 20 luglio 2019, esattamente 50 anni dopo il primo storico allunaggio, l'Agenzia Spaziale Europea lancia la missione "Beyond". Il programma è ambizioso: fare un importante passo avanti nell'esplorazione dello spazio con il chiaro obiettivo di tornare sulla Luna e di raggiungere Marte. L'italiano Luca Parmitano guida la missione in qualità di Comandante della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Chi è questo astronauta e chi sono queste donne e questi uomini che trascorrono mesi nello spazio, dedicando la loro esistenza al progresso dell'umanità? Chi sono queste persone pronte a lasciare famiglia e amici, a esporsi alla microgravità e a rinunciare a ogni comfort? Nazionalità, lingua e genere sembrano non avere importanza a bordo della ISS. In quale misura vedere la Terra dallo spazio, il cosiddetto "overview effect" o effetto panoramico, contribuisce a unire gli astronauti? I membri di queste missioni tornano cambiati dalla loro esperienza? Quale insegnamento possiamo trarne?
84 min
Il giardino di Albert
Il Monte San Giorgio scrigno della storia
L'ultima puntata della stagione del giardino di Albert parte da Besano, comune in provincia di Varese, situato a ridosso del massiccio del Monte San Giorgio e a pochi chilometri dal confine con la Svizzera. Besano fa parte del territorio italiano del Sito Unesco transnazionale del Monte San Giorgio. La parte italiana ha ottenuto il riconoscimento come sito naturale del Patrimonio Mondiale nel 2010, completando così quello ricevuto dalla parte svizzera nel 2003. Un riconoscimento attribuito perché la montagna del San Giorgio è considerata la miglior sequenza fossilifera per la vita marina nel Triassico Medio, cioè da 245 a 230 milioni di anni fa. In questa puntata, il conduttore Christian Bernasconi, idealmente unirà la parte svizzera e la parte italiana del Patrimonio Mondiale dell'Unesco percorrendo il sentiero geo-paleontologico trans-nazionale. Una volta arrivati al Museo dei fossili di Meride, la visita si proietterà nel futuro delle tecnologie di realtà virtuale e realtà aumentata al servizio della divulgazione scientifica nel campo paleontologico. Il Monte San Giorgio è scrigno della storia, anche di quella un po' più recente, si fa per dire. Infatti, nell'odierna puntata viene sottolineato che sul Monte San Giorgio è possibile leggere un altro pezzo di storia quello svelato dal Parco archeologico di Tremona. Questo importante sito archeologico presenta tracce di vita lungo 6'000 dal Neolitico al Basso Medioevo.
56 min
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