Il secolo scorso è stata scritta una delle pagine più buie della storia svizzera. Nell’ambito di quelle che sono conosciute come misure coercitive a scopo assistenziale o collocamenti extrafamiliari, decine di migliaia di bambini e adulti sono stati vittime di internamenti coatti, trattamenti medici senza il loro consenso, violenze fisiche e psicologiche. Un capitolo su cui le autorità si sono impegnate a fare luce, tramite anche uno studio finanziato dal Fondo nazionale svizzero (FNS).
Dopo le scuse ufficiale del Consiglio federale nel 2013, la sofferenza inflitta alle vittime è stata riconosciuta, almeno per i casi avvenuti prima del 1981, e la Confederazione nel 2017 ha affidato al FNS il compito di fare luce su questo capitolo della storia del Paese.
Vittime che aiutano altre vittime
Il canton Berna conta un numero particolarmente elevato di vittime di queste misure. Il progetto Caregiver mette a disposizione una piattaforma online dove le vittime possono venire in aiuto e sostegno a persone che hanno subito esperienze simili, per gestire le sfide emotive e pratiche che si presentano nella terza età.
Il servizio di SRF sul progetto pilota bernese
Non tutte le vittime sono uguali
Dopo aver riconosciuto i torti subiti da migliaia di persone, le autorità hanno anche allestito un fondo per un risarcimento finanziario. Non tutte le vittime ne hanno però potuto beneficiare, perché vengono riconosciuti solo i casi precedenti al 1981, mentre vi sono stati casi di collocamenti coatti fino ai primi anni ‘90, come testimoniato al Quotidiano.
Un dolore non risarcito
Il Quotidiano 26.09.2019, 21:00
Una mostra per non dimenticare
Le esperienze di chi si è cisto strappato alla sua famiglia sono state al centro della mostra “Dimenticati dalla felicità” al Museo retico di Coira, dove era possibile scoprire le condizioni di vita delle vittime e ascoltare alcune delle loro drammatiche storie.
Il servizio sulla mostra di Telesguard (RTR)
Le testimonianze dei bambini collocati
Dopo anni di silenzio, negli ultimi anni, con la maggiore coscienza su quanto accaduto, sempre più vittime si sono fatte avanti per raccontare la propria storia. Quattro di loro hanno fornito le loro eloquenti testimonianze a swissinfo.ch, che mettono in luce le conseguenze psicologiche profonde dei torti subiti in passato.
Che cos’è “dialogo”?
La nuova offerta editoriale mira a favorire il dialogo tra le diverse regioni del Paese senza barriere linguistiche. Ogni settimana propone un tema con contenuti da tutta la Svizzera e un dibattito tradotti in tutte le lingue nazionali e in inglese. A questo link potete farci avere le vostre critiche e commenti, che ci aiuteranno a migliorare la nostra offerta.
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Notiziario 16.05.2024, 11:00
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