L’Egitto ripiomba nel sangue. Giovedì tre attacchi, imputabili al gruppo jihadista Ansar Bait al Maqdis alleatosi con l’IS, hanno provocato la morte di una trentina di persone (in maggioranza militari) e il ferimento di una quarantina. Inoltre i corpi decapitati di tre uomini sono stati trovati in un villaggio nel nord del Sinai.
Gli assalti con colpi di mortaio e un’autobomba più sanguinosi sono avvenuti nel corso della giornata nella regione di Arish, la città più grande della penisola. Dapprima è stato preso di mira un edificio governativo in città. Poi un posto di controllo. In serata vi è invece stato un agguato a Suez nel quale è morto un poliziotto.
Si tratta, probabilmente, di azioni coordinate. Dietro si ritiene vi sia il gruppo dei Partigiani di Gerusalemme basato nella penisola del Sinai e di recente ribattezzatosi Stato del Sinai nel quadro dell'alleanza con l’autoproclamato Stato islamico.
A tarda sera mancava un bilancio ufficiale. Il portavoce dell'esercito ha segnalato sparatorie ancora in corso tra forze di sicurezza e terroristi.
ATS/Diem