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Il falegname invidioso

Nepal un anno dopo, Netra Schrestha vive in una casa di legno e non può averne una di sasso

  • 24.04.2016, 09:55
  • 07.06.2023, 19:26
01:43

Il falegname invidioso

RSI Info 24.04.2016, 12:30

Netra Schrestha è un falegname che abita nel distretto del Sindhupalchok, nell’area di Melamchi, dove il 25 aprile del 2015 sono morte circa 1’500 persone e il 95% dei suoi 9’000 edifici sono stati rasi al suolo o sono stati gravemente danneggiati.

In questa zona, oggi, ci sono organizzazioni non governative di mezzo mondo, tra cui alcune svizzere. Helvetas, Solidar e Caritas, ad esempio, che avevano progetti umanitari anche prima del sisma, stanno cercando di ridare una scuola, acqua potabile, gabinetti e un tetto a chi ne ha più bisogno. Tutto questo, con l’aiuto della Catena della Solidarietà, che ha finanziato l’80% del progetto con circa 5 milioni di franchi.

Le storie di Netra e Arun

“Io di case ne ho perse due. Una nel primo e una, costruita velocemente subito dopo, nel secondo terremoto. Adesso vivo qui con la mia famiglia”, dice davanti a una casa di legno, circondata da galline, che sembra tutt’altro che solida. Il falegname ha tanta voglia di parlare e confessa di essere un po’ invidioso di coloro che sono sulla lista dei beneficiari delle organizzazioni che operano nella zona. È invidioso, ma capisce. Anche lui vorrebbe una di quelle 1'000 case ricostruite a norma antisismica. Però sa che c’è chi, adesso, ne ha più bisogno di lui.

A pochi metri, c’è un piccolo cantiere. Gli operai ricostruiscono la casa di Arun Kuwar, un ragazzino che non ha più i genitori. Sua madre, stanca di un compagno violento e con seri problemi d'alcolismo, se n'è andata tempo fa. È scomparsa per sempre lasciando i suoi figli in mani sbagliate finché non se n'è andato anche il marito. Arun ha due fratelli che, come tanti bambini nepalesi, vanno a scuola in altri villaggi e stanno lontani per mesi mentre lui cerca di cavarsela come può. Arun ha un'aria triste e fragile, ma parla liberamente della sua famiglia imperfetta e di quel giorno in cui sarebbe morto sotto le macerie se non fosse stato a casa di una zia.

A Melamchi ci sono ONG da mezzo mondo

Le storie di Netra e Arun non sono paragonabili e non sono un esempio d’ingiustizia. La ricostruzione richiede tempo e richiede scelte. Decisioni spesso difficili e dolorose, ma che vengono prese con criterio e che, poi, vengono motivate affinché si evitino conflitti. E funziona.

Netra lo prendono in giro in tanti per questo suo chiodo fisso sulla casa di sasso, ma tutti sanno che non è davvero arrabbiato. Anzi, lui stesso si consola dicendo che ora lavora di più. Le casette ricostruite dalle ONG, infatti, hanno anche parti in legno e lui fa parte del gruppo di operai. Quello che proprio ora sta costruendo la casa di un ragazzino di 16 anni rimasto solo.

Naima Chicherio

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