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La casa della vedova di Saipu

Terremoto in Nepal un anno dopo, le donne che perdono il marito ricevono aiuto solo se possono restituire il favore

  • 23.04.2016, 10:00
  • 07.06.2023, 19:26
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La vedova di Saipu

RSI Info 23.04.2016, 10:00

Binda Khutte è una vedova di Saipu, un villaggio nel distretto di Ramechap. Per raggiungerlo ci vogliono sette ore da Kathmandu e il viaggio è tutt’altro che facile, così come non è facile, specialmente per una donna con la sua storia, rialzarsi da soli, in un posto tanto remoto, dopo aver subìto la forza distruttrice del terremoto di magnitudo 7.9 di un anno fa.

“Ho cominciato a ricostruire la mia casa solo un mese e mezzo fa, prima trovando i legni che mi servivano e poi, tre settimane fa, iniziando il vero e proprio lavoro di costruzione. Però ho già un problema con il materiale e ho dovuto chiedere un anticipo a Kam for Sud per le pietre e per la mano d’opera. I soldi del governo non sono ancora arrivati”.

Binda Khutte abita nel villaggio remoto di Saipu

Quando le si chiede, un po’ provocatoriamente, quanto sia fisicamente pesante tutto questo, risponde ridendo. E non potrebbe essere altrimenti perché la riposta è sotto gli occhi di tutti. Binda appartiene ai Dhalit, una casta bassa a cui vengono riservati lavori duri. Da quando ha perso il marito, anni fa, vive con tre giovanissimi figli, mentre la primogenita, ormai sposata, abita altrove. L’unica che può davvero darle una mano ha solo 15 anni e vederla lavorare, così come lavorano altre donne, fa venire i brividi, perché sulle spalle trasportano, da una parte all’altra e senza sosta, cestini di pietre il cui peso non lo si vuole nemmeno immaginare.

“Non abbiamo nessun supporto dai nostri parenti perché i miei figli sono ancora piccoli e la mia famiglia non ha la forza lavoro per restituire il favore. Devo pagare tutto, non posso contare su di loro”. Tra le consolazioni della vedova di Saipu, c’è almeno il fatto di avere, in un futuro prossimo, una casa solida: gli uomini che la stanno costruendo, infatti, hanno seguito delle formazioni specifiche e la costruzione segue criteri antisismici. La casa sarà piccolina, ma un giorno, forse, i suoi figli potranno aggiungere dei piani.

In un futuro prossimo Binda avrà una casa solida

Quando un marito muore, in Nepal, le vedove si vestono di bianco per un anno, ma si pensa che per sempre porteranno male. Per questo motivo, di norma, sono escluse da attività comunitarie, funzioni religiose e matrimoni, ma se anche capita che vi partecipino, è bene che non tocchino nulla, soprattutto il cibo, o la sfortuna potrebbe contagiare anche gli altri. Le vedove di questo paese sono un esempio di vulnerabilità estrema e costantemente oggetto di superstizione e discriminazione. Il terremoto, però, con loro è stato più che generoso. La polizia nepalese, nell’agosto dello scorso anno, stimava che le nuove vedove dopo il sisma erano circa duemila.

Naima Chicherio

Guarda anche il servizio di Falò del 21 aprile 2016

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