La Svizzera giudica il suo arsenale giuridico sufficiente per combattere contro il fenomeno della tortura. All’indomani delle criticità sollevate dagli esperti del comitato dell’ONU, la Confederazione si è difesa martedì a Ginevra sul trattamento degli immigrati, le condizioni di detenzione e le violenze della polizia.
Il codice penale elvetico, è stato spiegato, punisce in dettaglio i crimini specificati nella Convenzione delle Nazioni unite contro la tortura. È stato inoltre sottolineata la precedenza del diritto internazionale su quello svizzero, basata su una decisione del Tribunale federale.
La detenzione amministrativa può essere migliorata, ha ammesso la delegazione, e la costruzione di due appositi centri dovrebbe porre rimedio al problema. Riguardo alle violenze della polizia la direttrice delle forze dell’ordine ginevrine Monica Bonfanti ha detto che la questione "non è più un tabù" e che sono stati presi provvedimenti, come test di telecamere portatili.
I dieci esperti delle Nazioni Unite dovrebbero rendere note le loro conclusioni il 14 agosto.
ats/ZZ