Blu come un'arancia

Calvino e Castellio: violenza e coscienza

di Mattia Mantovani

  • 18 settembre 2017, 12:35
Una vista del muro di riforma. Da sinistra a destra con le statue di William Farel, Giovanni Calvino, Theodore de Beze e Giovanni Knox, a Bastion Park di Ginevra.

Una vista sul muro di riforma. Da sinistra a destra con le statue di William Farel, Giovanni Calvino, Theodore de Beze e Giovanni Knox, a Bastion Park di Ginevra.

  • Keystone

BLU COME UN'ARANCIA
Da lunedì 18 a venerdì 22 settembre 2017 alle 10:35
Replica il giorno seguente alle 01:30

"Castellio contro Calvino ovvero una coscienza contro la violenza": la serie di "Blu come un’arancia" di questa settimana, a cura di Mattia Mantovani, è dedicata al celebre libro che Stefan Zweig consacrò nel 1936 alla controversia che quattro secoli prima, tra Ginevra e Basilea, oppose Giovanni Calvino e Sebastian Castellio. Calvino, come noto, aveva mandato al rogo Michele Serveto accusandolo di eresia, e Castellio reagì con una serie di scritti a difesa non solo della libertà di confessione, ma anche della libertà di coscienza. Si tratta di uno degli snodi decisivi della storia della Riforma, che nella personalissima e coinvolgente rilettura di Zweig diventa uno snodo fondamentale della storia dell’intera umanità, perché l’umanista Castellio incarna la “coscienza” e cioè il principio di quella libertà spirituale che Zweig, negli anni Trenta del secolo scorso e in un’Europa dilaniata dai nuovi fanatismi, vedeva fortemente minacciata. Da questo punto di vista, il libro è anche una specie di autobiografia obliqua, perché Zweig, raccontando l’ormai lontana controversia tra Castellio e Calvino, racconta in realtà la propria vicenda personale (nel 1936 partì per l’esilio che si concluse sei anni dopo col gestro estremo del suicidio) e la propria epoca. La serie di questa settimana propone un viaggio in cinque puntate tra le pagine più che mai attuali di questo libro.

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