Domenica in scena

In ricordo di Dario Penne

di Francesca Giorzi

  • 8 febbraio, 13:30
Dario Penne

Dario Penne

  • Foto Wanda

Un sorriso accogliente, l’occhio furbo e le sopracciglia animate facevano degli incontri con Dario Penne momenti privilegiati di comunicazione vera, presente. Forse perché elementi poco conosciuti attiravano subito lo sguardo accompagnati da una voce famigliare, che sembrava aver abitato per anni il nostro salotto.
Triestino di nascita ha iniziato a lavorare ancora in formazione per la radio di Firenze allora fulcro impareggiabile della produzione di Prosa della Rai, dove giovane allievo aveva avuto l’opportunità di conoscere attori che provenivano da Roma. Raccontava lui stesso che spesso gli chiedevano: “ma con quella voce … perché non fai doppiaggio?” Lui nemmeno sapeva cosa fosse, il doppiaggio, ma recitava e ben presto ha imparato ad andare in sincrono. Si trasferì a Roma e divenne la voce italiana di Anthony Hopkins, Michael Caine, Tommy Lee Jones, Christopher Lloyd solo per citare i maggiori.  “È facile doppiare Hopkins” diceva “difficile è doppiare un pessimo attore, o peggio ancora le telenovelas” un genere per il quale ha sempre avuto una idiosincrasia. Un ambiente, quello del doppiaggio, nel quale non solo si trovava a casa, ma aveva incontrato l’amore della sua vita: l’assistente al doppiaggio Ivana Fedele una complicità e un’intesa che si palpavano con mano ancora a distanza di anni dal loro primo incontro.
La prima testimonianza presente in archivio è del 1979 dove Penne attorniato dalla compagnia dei radioattori (Barblan, Bajo, Primavesi, Ruffini, Ferrario Quadrelli) venne diretto da Ketty Fusco nei “Campi Elisi” di Guy Baktiar con le musiche di Gino Negri. A Lugano tornò regolarmente in quegli anni in tempo per conoscere la compagnia dei radioattori ed essere diretto nel 1980 da Italo Alighiero Chiusano per la registrazione de “Il messaggio” di Ermanno Carsana, ed essere presente in una storica fotografia con Umberto Benedetto che lo diresse nel 1995 ne “la meteora” di Friedrich Dürrenmatt. In anni recenti collaborò con il registra Sergio Ferrentino, nel 2005 per “Infondoallanotte” un omaggio a Orson Welles e l’anno successivo nella narrazione dal vivo dell’assedio di Leningrado “Ascolta … parla Leningrado” messo in scena al Palazzo dei Congressi di Lugano.  L’abbiamo visto per l’ultima volta nel 2017 in occasione della registrazione de “L’igiene dell’assassino” di Amélie Nothomb che abbiamo il piacere di riascoltare.

E’ morto il 15 febbraio di un anno fa. A due giorni dal suo 85esimo compleanno.

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