Oggi, la storia

L’"attualità" dell’inattuale

di Lina Bertola

  • 20 novembre 2014, 08:05
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Place de la Republique, Parigi, un protestante sotto la parola "ugualianza"

  • Keystone

Oggi, la storia 20.11.14

Oggi, la storia 20.11.2014, 07:05

Le nostre parole sono la casa in cui abitiamo, ebbe a scrivere il filosofo Heidegger. Entriamo allora nei consueti spazi di “oggi la storia” per ricordare innanzitutto che la parola moltiplica i mondi, non solo la parola del poeta, il che pare ovvio, ma ogni nostra parola, e che, proprio per questo, cambiando le parole possiamo cambiare il mondo, il nostro mondo.

Le parole “oggi la storia” evocano uno spazio in cui far vivere l’attualità del passato, uno spazio in cui riconoscere il valore e il significato della storia nel leggere il nostro tempo. Questo irrinunciabile intreccio di presente e storia nasconde però anche un’insidia, perché allude ad altri possibili paesaggi, forse meno luminosi; paesaggi in cui ciò che è attuale, ovvero il presente, esibisce il suo valore assoluto rispetto ad altre temporalità, ritenute, appunto, inattuali. Paesaggi in cui ciò che appare inattuale assume la cifra negativa di un disvalore.
Inattuale, si legge nei migliori dizionari, significa “ ciò che non corrisponde alla situazione, alle esigenze del momento: anacronistico, antiquato, datato, obsoleto, fuori dal tempo”. Non è difficile riconoscere in queste definizioni un’implicita mitologia dell’attualità: un mito radicato in questo nostro tempo presente che riproduce se stesso in modo autoreferenziale, in una temporalità assoluta, senza passato e senza futuro.
A dispetto di questa gabbia culturale, in ciò che appare inattuale è spesso custodita la volontà di resistere all’omologazione; è custodito il desiderio di non consegnare il valore e il senso delle cose a ciò che è, per il solo motivo che è così. Inattuale è ogni gesto e pensiero che riesce ad eludere i linguaggi dei dati di fatto, con le loro derive dogmatiche, che spengono il pensiero critico e l’immaginazione. Inattuale è anche uno sguardo sempre possibile sul “non ancora visto” dentro la visibilità accecante della realtà.

Anche la storia, proprio mentre offre i suoi strumenti interpretativi sulle vicende del presente, ne ribadisce il valore, rovesciando con forza l’idea di antiquato, obsoleto, fuori dal tempo. E ciò perché la storia, nel raccontare il divenire del tempo, nelle sue scelte e nelle sue determinazioni, ci parla di una realtà in continuo movimento che in ogni epoca avrebbe potuto essere altra; la storia ci parla della complessità del reale e del suo intrinseco continuo cambiamento che solo ciò che è inattuale, oggi, ci consente di intravvedere e di immaginare, di pensare e di esprimere.

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