Il suo prezzo ha fatto esplodere rivoluzioni, ha spinto il popolo a ribellarsi, questa volta invece in Svizzera la pagnotta, simbolo dell’alimento umano per antonomasia, sta provocando l’effetto opposto: a ribellarsi non sono i cittadini, bensì i panettieri; chi il pane lo produce. La guerra del pane è stata dichiarata da Aldi, che ha abbattuto una barriera psicologica: mezzo chilo a meno di un franco: 0.99 centesimi per la precisione. Non era mai successo prima. Conseguenza: tutti i gradi magazzini della Svizzera hanno raccolto la sfida. Oggi nei supermercati il prezzo del prodotto meno caro si è allineato al ribasso. A reagire sono stati i professionisti del settore e hanno detto, pane al pane, quello che pensavano: la mossa dei supermercati è una forma di concorrenza sleale. Ma com’ è prodotto un pane che costa meno di due franchi al chilo? E cosa c’è dietro la strategia delle grandi superfici di vendita?
Da più parti si accusano i grandi distributori di utilizzare il pane come” prodotto civetta”, ovvero come esca per attirare i consumatori nei negozi con lo scopo di vendere di tutto e di più. Sulla qualità poi, i panettieri non risparmiano critiche al pane low cost, prodotto – dicono - con farine di bassa qualità, o riducendo i tempi di lievitazione e di conseguenza la bontà e la fragranza del prodotto.
Patti chiari è andato a vedere cosa c’è dietro la guerra del pane che infiamma la concorrenza tra le grandi catene di distribuzione e i panettieri, ed ha messo a confronto i prodotti industriali da 99 centesimi con quelli artigianali.
