La pandemia ha reso ancora più complicata e irta di ostacoli la vita dei disabili: se ne sta parlando proprio in questi giorni visto che in questo momento decine di persone con disabilità ad altissimo rischio che vivono in case, istituti speciali e reparti medicalizzati del Ticino, non solo non hanno ancora potuto beneficiare della vaccinazione, ma nemmeno sanno se e quando potranno entrare a far parte di una lista di priorità. Il problema è di dominio pubblico e i media se ne stanno occupando con le testimonianze di chi attende ancora delle risposte da parte delle autorità. In effetti nessuno è ancora in grado di dire alle centinaia di persone che vivono – con misure di “reclusione” simili a quelle delle case per anziani – nelle strutture per persone con disabilità se e quando saranno inserite in una lista di priorità. Questo, quando in numerosi cantoni - tra cui Zurigo, Basilea, Soletta, Vaud e Grigioni - si è già proceduto alla somministrazione del vaccino o lo si farà non appena possibile, forniture del prodotto vaccinale permettendo. Gli istituti per invalidi sono equiparati alle case per anziani nell’applicare rigorose e restrittive misure che limitano la libertà e la qualità di vita degli ospiti, ma quando si tratta di applicare le priorità di vaccinazione, ci si dimentica di loro, del loro stato di salute e delle loro famiglie. Tanti sono i genitori che non possono vedere i loro figli che risiedono negli istituti proprio perché non sono ancora stati vaccinati e quindi questa quotidianità stravolta e disorientante ha delle conseguenze anche sul piano affettivo ed emotivo. Proprio per questi motivi, Pro Infirmis auspica che le autorità sanitarie possano rapidamente prendere in dovuta considerazione la fragilità di tutte le persone con disabilità e con malattie ad alto rischio. Inoltre la particolare situazione sia di chi vive in isolamento nelle strutture per disabili sia di coloro che non possono usufruire appieno delle offerte ambulatoriali e sanitarie, andando così a gravare sui sempre più stremati familiari curanti, richiedono una particolare attenzione da parte di chi deve e dovrà decidere in Ticino le prossime tappe delle vaccinazioni.

Anche “Uno oggi” si occupa del tema e lo fa con le voci di chi vive “dall’interno” questa difficile situazione.

Ospiti:
Danilo Forini, direttore Pro Infirmis Ticino e Moesano
Roberto Roncoroni, direttore della Fondazione OTAF di Sorengo
Tiziana Cairoli, responsabile dei laboratori di gastronomia dell'OTAF
Tiziana Schyder Gemetti, mamma di un ragazzo audioleso
Renata Coda, mamma di un giovane disabile

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