Plastica: impossibile farne a meno. Dal tagliere ai palloncini, dalla scatola a chiusura ermetica alla bottiglietta della bibita gasata. Ma lo sapete che ogni volta che usiamo questi oggetti generiamo microplastiche? Piccolissime, invisibili, queste minuscole particelle finiscono ovunque: inquinano il suolo, si diffondono nei mari, si ritrovano persino nell'aria. Entrano insomma nella catena alimentare, nel cibo che mangiamo e da lì, dritte dritte nel nostro organismo. Scienziati e ricercatori di mezzo mondo stanno trovando micro e nano plastiche dovunque nel nostro corpo, anche dove non si pensava potessero arrivare: fegato, intestino, polmoni, cervello, placenta e addirittura dentro le cellule.
Ma quali le conseguenze per l'organismo? E il problema riguarda anche il cibo nostrano che arriva sulle nostre tavole? Anche nei nostri piatti ci sono microplastiche?
Patti chiari ha cercato di scoprirlo con un test: abbiamo fatto testare diversi prodotti della Svizzera italiana in un laboratorio pioniere nella ricerca in questo ambito e i risultati... lasciano di stucco.
Quello che è già chiaro è che anche in Svizzera il problema esiste. E preoccupa. Dati precisi, ancora, non ce ne sono. Ma le stime di quanti micro-pezzetti di plastica mangiamo alle nostre latitudini sono inquietanti: immaginate di riempire un tappo di bottiglia con queste micro-particelle, poi un altro... ed ecco: avrete davanti ai vostri occhi il quantitativo che - sospettano i ricercatori - ciascuno di noi, ogni mese, ingerisce. Quali le conseguenze?
di Camilla Contarini, Olmo Invernizzi
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