PATTI CHIARI 31.10.2025

Salari ticinesi: tra abusi e precarietà

Paghe da frontalieri, costi svizzeri: l’insostenibile leggerezza degli stipendi “alla ticinese”. Il divario con la Svizzera cresce. Partner sociali e istituzioni a confronto 

  • Ieri, 22:30
1:20:55

Patti Chiari

Patti chiari 31.10.2025, 20:45

  • Keystone
Di: Michele Rauch, Marco Dorici 

Carla è una venditrice con tanti anni di esperienza professionale alle spalle. Eppure, pochi mesi fa, la doccia fredda: viene licenziata su due piedi, senza uno straccio di spiegazione. Lei non si dà pace, è disorientata. Poi, però, tutto diventa più chiaro: al suo posto, l’azienda ha assunto una lavoratrice frontaliera, pagata molto meno. Lo stipendio? 3’200 franchi lordi al mese, per un impiego a tempo pieno: un salario con il quale in Ticino si fa letteralmente la fame!

La multinazionale e il dumping

L’azienda per la quale Carla lavorava è Maisons du Monde, la multinazionale francese del settore arredo casa presente dal 2019 al centro commerciale di Grancia. E la paga con la quale è stata assunta la lavoratrice che ha rimpiazzato Carla è illegale! Sì, perché - come sottolinea la sindacalista di UNIA Chiara Landi – “nel 2025 il salario minimo nel commercio al dettaglio è di 3’402 franchi lordi”. I 3’200 franchi al mese, per altro, non erano riservati ai soli frontalieri. Patti chiari ha raccolto la testimonianza un’ex dipendente che ha lavorato per Maisons du Monde a Grancia nel 2024. Una ticinese, con tanto di maturità commerciale. “Il mio stipendio era di 3’200 franchi” - ci ha raccontato la lavoratrice – “Sapevo che non rispettava la legge sul salario minimo, ma avevo bisogno di soldi e ho dovuto ingoiare il rospo”. Abbiamo chiesto spiegazioni alla direzione aziendale, che però non ci ha accordato un’intervista e neppure ha preso posizione in forma scritta.

UNIA ha segnalato il caso Maisons du Monde all’organismo di controllo. La catena di negozi di arredamento è stata così costretta ad adeguare i salari e a pagare gli arretrati a collaboratori e collaboratrici che erano stati sottopagati.

I salari della paura

Patti chiari ha raccolto testimonianze anche in altri ambiti professionali. Quelle di persone che lavorano eppure fanno tremendamente fatica a sbarcare il lunario. E che per raccontare questa realtà hanno dovuto farlo in forma anonima. Troppa, infatti, la paura di subire ritorsioni o addirittura di essere licenziati. Storie di precarietà, segnate dall’angoscia per l’arrivo di una spesa imprevista; di persone di mezz’età che devono farsi pagare dai propri figli un week-end di svago all’anno lontano da casa. Storie di pesanti tagli salariali, come quelli del 15% che Migros Ticino ha inflitto ai magazzinieri del centro logistico di Sant’Antonino con la soppressione delle indennità per lavoro notturno. “700-800 franchi in meno sono un colpo duro e cambiano la vita” – ci ha raccontato uno di loro – “a fine mese ora non riesco a mettere da parte neanche un franco”. Migros ha spiegato che il provvedimento è perfettamente legale e che è stato adottato per garantire una maggiore parità di trattamento tra tutti i suoi dipendenti.

Lavoro gratuito

Anche dietro l’apparenza di salari dignitosi possono a volte nascondersi forme di sfruttamento. “Si lavorava 12 ore, a volte anche 13 ore al giorno”, ha raccontato a Patti chiari l’ex dipendente di un ristorante. “Era diventata la norma, ma gli straordinari non venivano mai pagati né recuperati in tempo libero”. La testimonianza riguarda uno dei numerosi locali appartenenti a Spaghetti Gastro Group. Il titolare, da noi interpellato, ci ha scritto di essere stato confrontato, in quel ristorante, con una situazione creatasi a sua insaputa. Nel frattempo, ha aggiunto, sono stati adottati i necessari provvedimenti e tutti i collaboratori hanno ricevuto quanto dovuto.

Un Ticino sempre meno svizzero?

Il quadro che emerge è preoccupante. Come preoccupanti sono le statistiche: il divario salariale del Ticino con il resto della Confederazione invece di diminuire si allarga. Nel 2002 lo stipendio mediano nel resto della Svizzera era del 18.4% più alto di quello ticinese. Nel 2012 questa differenza ha raggiunto il 21% e nel 2022 addirittura al 24%. Una tendenza che non può che destare interrogativi e inquietudini. Il salario minimo legale è troppo basso? La lotta al dumping può o deve essere più efficace? Se sì, in che modo?

Ne abbiamo parlato in studio con il direttore della Divisione economia del DFE Stefano Rizzi, con il presidente della Camera di Commercio Andrea Gehri e i sindacalisti Giangiorgio Gargantini (UNIA) e Xavier Daniel (OCST).

  • Presa di posizione - MIGROS TICINO
  • Presa di posizione - SPAGHETTI GASTRO GROUP

Fai sentire la tua voce a Patti chiari

Ti potrebbe interessare