INTERVISTA

“Dopo Prigozhin, una nuova umiliazione per Putin”

L’attacco di Mosca può intaccare l’immagine di invulnerabilità del leader russo? L’analista dell’ISPI Eleonora Tafuro Ambrosetti: “Sì, ma la risposta sarà dura e risoluta”

  • 23 marzo, 21:45
  • 26 marzo, 14:56
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L'uomo forte dei Cremlino

  • Keystone
Di: SDS/RSI INFO

Sono molte le domande che sono sorte in queste ore, dopo l’attacco dell’IS a Mosca, sulla Russia e sulla leadership di Putin. Cerchiamo di affrontarne alcune con l’aiuto di Eleonora Tafuro Ambrosetti, analista dell’ISPI, l’istituto di studi di politica internazionale, esperta di Russia e Caucaso.

RG 18.00 del 23.03.2024 L’intervista a Eleonora Tafuro Ambrosetti

RSI New Articles 23.03.2024, 21:44

Dopo diversi anni la Russia è tornata a essere colpita in casa propria, nel cuore del Paese. Questo può intaccare l’immagine di invulnerabilità di Vladimir Putin?
“Io credo di sì. Anche perché questo terribile attacco arriva dopo altre umiliazioni per Putin. Ricordiamo alcuni mesi fa il tentato golpe di Evgenij Prigozhin, che poi ha pagato con la vita questa sua avventura. Però in questo caso vediamo anche un colpo, molto forte, a dei sistemi di sicurezza che sembravano infallibili ed invece si sono dimostrati labili. E sappiamo che Putin ha costruito parte della sua popolarità, nei primi anni del suo mandato come presidente, proprio sulla durezza della sua risposta al terrorismo islamico durante le guerre di Cecenia. La situazione oggi è molto diversa, ma immagino che vorrà perseguire con la stessa durezza il terrorismo islamico per confermare la sua fama da uomo duro e risoluto”.

Anche se gli autori sembrano provenire dal Tagikistan, la Russia ritrova di fatto il problema del jihadismo in casa: questo potrebbe aprire un fronte interno, oltre a quello con l’Ucraina?
“Ci troviamo in un momento molto diverso per la Russia rispetto al passato. Alla fine degli anni ’90 e all’inizio degli anni 2000, il problema in Caucaso del sud era molto acuto. E c’erano anche rivendicazioni separatiste. Ricordiamo che non era un terrorismo religioso. Anzi, l’elemento religioso è arrivato dopo. Oggi c’è invece un problema di terrorismo del Caucaso del nord. Sono soprattutto però foreign fighters di origine russa che combattono in altri teatri. Secondo le stime ufficiali russe sono circa 4’500. Quindi il problema c’è. Però non credo che sia tale da generare un’apertura di un altro fronte, che possa ricordare il tempo delle guerre cecene”.

Arrivano le prime accuse all’Ucraina di essere dietro l’attentato: lo ha fatto Putin nel suo discorso alla popolazione. Aldilà della credibilità di queste affermazioni, dobbiamo aspettarci un’ulteriore recrudescenza del conflitto con l’Ucraina?
“Ho paura che si usi questo incidente per chiamare alle armi centinaia di migliaia di russi e fare un reclutamento ancora più esteso. Nonostante il Cremlino non abbia bisogno di scuse per continuare il suo attacco contro l’Ucraina, questo incidente può essere strumentalizzato”.

Mosca il giorno dopo la strage

Telegiornale 23.03.2024, 20:00

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