Un segnale forte: così il Dipartimento federale degli affari esteri ha reagito all'annuncio della raggiunta intesa (due tappe dei negoziati si sono svolte proprio in Svizzera) tra l'Iran e il Gruppo 5+1, ovvero Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia, Stati Uniti e Germania. Anche Berna, nel suo comunicato, ha messo in evidenza l'importante ruolo giocato dalla diplomazia nella soluzione di questa annosa disputa.
Il superamento del contenzioso è una tappa decisiva sia per l'area mediorientale che per il resto del mondo, si legge ancora nella nota, che poi si conclude con l'invito alle parti a passare subito dalle parole ai fatti.
Nessun cambiamento nel ruolo esercitato dalla Svizzera
L'accordo sul nucleare iraniano non determinerà cambiamenti nel ruolo esercitato dalla Svizzera, la cui ambasciata a Teheran continuerà a rappresentare gli interessi degli Stati Uniti come fa da 35 anni. Washington ha rotto le relazioni con la teocrazia nel 1980, qualche mese dopo la rivoluzione conclusasi con la fuga dello scià Mohammed Reza Pahlavi e l'occupazione, con un lungo sequestro di 52 persone, della rappresentanza diplomatica americana. La Confederazione si occupa, in particolare, del rilascio dei visti e del disbrigo di affari correnti.
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ATS/dg
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