Si caccerà sul San Giorgio

Si tornerà a cacciare i cervi sul San Giorgio, a meno che il preannunciato referendum abbia successo. La modifica della Legge cantonale sulla caccia e la protezione dei mammiferi e uccelli selvatici è stato il tema di maggiore rilievo esaminato dal Gran consiglio ticinese nella seduta di lunedì. Il Legislativo doveva in pratica decidere se consentire di nuovo l’abbattimento dei cervi sulla montagna, dopo la modifica legislativa del 2008 che lo proibiva. La maggioranza dei deputati ha seguito le indicazioni governative, con 52 voti a favore, 22 contrari e 5 astenuti.

Si è così assecondata l'esigenza di intervenire con un cosiddetto prelievo venatorio poiché i danni subiti dagli agricoltori della zona, e in particolare dai vigneti, sono ormai troppo rilevanti. Tra l’altro sul versante italiano del monte è possibile cacciare i cervi.

Franco Celio (PLR), primo firmatario del rapporto di maggioranza, ha rimarcato che la soluzione della bandita di caccia sul Monte San Giorgio è valida se attuata sulla sommità del monte ma che comunque è basilare permettere l'abbattimento degli ungulati in quell'area. Il suo testo è stato sostenuto da Lega, La Destra e PPD.

Tamara Merlo dei Verdi ha invece appoggiato il secondo rapporto di minoranza stilato dalla collega di movimento Michela Delcò Petralli, ventilando poi la possibilità di referendum che i vertici Verdi hanno dichiarato come "quasi certa". Per il PS Henrik Bang ha voluto porre l’accento sul fatto che la salvezza di colture e foreste riveste grande importanza e proprio per questo i socialisti hanno sostenuto il primo rapporto di minoranza, elaborato dal compagno di partito Ivo Durisch.

EnCa

Dal Quotidiano:

22.06.2015: Gran Consiglio ticinese tra caccia e sport invernali