Domenica in scena

E Johnny prese il fucile

Rete Due, domenica 29 giugno 2014, 17:05

  • 29 giugno 2014, 19:05
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Per parlare della Prima Guerra Mondiale, la Fiction di Rete Due ha commissionato a Sergio Ferrentino l’adattamento di E Johnny prese il fucile di Dalton Trumbo in onda in Domenica in scena il 29 giugno alle 17.05 e contemporaneamente in streaming all’indirizzo www.rsi.ch/eventi

Il protagonista del radiodramma fa parte di “quelli delle trincee”, è un soldato, uno dei milioni di giovani portati ad uccidere altri giovani. Tutto il racconto si muove e vive sui suoi pensieri di morte o di vita, solo pensieri fatti ostinatamente dall'interno della sua detenzione corporea, con qualche ricordo della fidanzata, del padre, della madre … e poco altro. Dal punto di vista teatrale si può intuire un dolorosissimo monologo … ma dal punto di vista radiofonico entrano nel campo acustico i suoni, gli effetti e i tre livelli di recitazione su cui è impostato tutto l’adattamento: pensare, sognare, ricordare. Alla voce si affianca la tecnica “olofonica” che rende quasi obbligatorio l’uso delle cuffie.

Grazie Johnny

Di Sergio Ferrentino / Autore – regista

(dal numero di Giugno di CULT)

“Si, certo, mi ricordo il film..” Di solito questa è la risposta alla mia domanda su E Johnny prese il fucile, non sono molti quelli che l’hanno letto. I più informati ricordano “… ma Dalton Trumbo non era nella lista nera di Hollywood?” E’ in quel momento che si cerca di spiegare la scelta: adattare E Johnny prese il fucile per parlare della Prima Guerra Mondiale.

Dalton Trumbo fece il film 32 anni dopo l’uscita editoriale; in realtà la parte curiosa fu quando, nel 1957, il suo prestanome a Hollywood vinse l’Oscar con un filmetto d’ambiente messicano, La più grande corrida.

Ma noi siamo qui per parlare della Prima Guerra Mondiale, cento anni dopo. In attesa di essere sommersi da racconti, evocazioni, storie, testimonianze, diari, lettere, canti, cori …

Qualsiasi traccia che possa raccontare cosa è successo in quei giorni, mesi o anni sarà utile per evocare. Forse Johnny non evoca, o meglio, usa la Prima Guerra per raccontare la guerra. Il legame con il centenario è saldo. Il protagonista fa parte di “quelli delle trincee”, è un soldato, uno dei milioni di giovani portati ad uccidere altri giovani.

Ma quelli che hanno letto il libro o visto il film sanno che lui pensa ostinatamente dall'interno della sua detenzione corporea. Tutto il libro si muove e vive sui suoi pensieri di morte o di vita, solo pensieri con qualche ricordo della fidanzata, del padre, della madre … e poco altro.

Dal punto di vista teatrale si può intuire un dolorosissimo monologo … ma dal punto di vista radiofonico entrano nel campo acustico i suoni, gli effetti e i tre livelli di recitazione su cui è impostato tutto l’adattamento: pensare, sognare, ricordare. Tre impostazioni diverse per narrare, intrecciate tra loro ma con caratteristiche acustiche saldamente separate dalla storia e dall’uso della voce.

Pensare per parlare a noi stessi delle paure senza mediazioni. I sogni, immagini e desideri fuori controllo che si possono trasformare in incubi. I ricordi setacciati, quasi sempre positivi, sui quali s’inseriscono, scompostamente, quelli dolorosi. Alla voce si affianca la tecnica “olofonica” che si dedica a sottolineare, alimentare e amplificare gli effetti e i suoni che narrano insieme alla parola e alle musiche originali, rendendo quasi obbligatorio l’uso delle cuffie per l’ascolto del radiodramma.

Tre voci, quindi, laceranti e lacerate dello stesso attore che servono a denunciare gli orrori della guerra, non della Prima Guerra Mondiale. E’ per questo motivo che dal 1939, ad ogni guerra americana, il libro è sempre stato ritirato dalle librerie. Così è stato per la Seconda Guerra, poi la Corea, poi il Vietnam. Ora è difficile trovarlo anche su eBay.

Meglio lasciare ancora una traccia, per questa volta acustica.

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