Domenica in scena

Il violino di Ruth

Una ragazza nell’inferno della Shoah, destinazione Auschwitz, drammaturgia e regia di Claudio Laiso

  • 22 January 2017, 17:35
Ruth Fayon

Pamela Villoresi con l'immagine di Ruth Fayon

DOMENICA IN SCENA
Da domenica 22 a domenica 29 gennaio 2017 alle 17:35

Testimonianza di Ruth Fayon
raccontata da Pamela Villoresi e Diego Gaffuri
Con Maristella Patuzzi, violino e Mario Patuzzi, pianoforte
Musiche di Ernest Bloch
Produzione Teatro della Parola per Vesperali 2015

PRIMA PARTE - 22 gennaio 2017


Il 27 gennaio del 1945, le truppe dell’Armata Rossa liberano il campo di concentramento di Auschwitz. L'apertura dei cancelli mostra per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista. Così, la data del 27 gennaio è designata dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, in ricordo della Shoah, lo sterminio del popolo ebraico: l’uccisione senza pietà, industrializzata e sistematica, di sei milioni di ebrei in Europa durante la seconda guerra mondiale.

Ruth Fayon, nata a Pinczowsky, conosce da bambina la realtà drammatica della segregazione razziale. Nasce a Karlsbad, dove i suoi genitori accolgono una famiglia di profughi ebrei fuggiti dai nazisti, la cui moglie, valente violinista, avvia Ruth allo studio del violino. Passano gli anni e nel 1938, la famiglia è costretta a fuggire a Praga. Con la successiva invasione della città, i nazisti perseguitano gli ebrei imponendo le Leggi razziali e Ruth dovrà consegnare il suo amato violino. Rischiando la vita, Ruth si toglie la Stella gialla di Davide, attraversa la città e consegna il violino a un compagno di studi non ebreo promettendogli: “Un giorno verrò a riprenderlo, ma suonalo perché sennò il violino muore!”.

All’età di quattordici anni, Ruth comincia la sua danza macabra con la morte, scaraventata da un Lager all’altro. La sua odissea inizia da Praga a Terezin, continua a Auschwitz-Birkenau dove, prima di finire nella camera a gas, è selezionata dal famigerato Dr. Mengele per essere inviata sotto i bombardamenti di Amburgo a rimuovere le macerie. Sfinita dal pesantissimo lavoro forzato, è inviata per morire a Bergen Belsen, ma è liberata dagli inglesi il 15 aprile 1945.

SECONDA PARTE - 29 gennaio 2017


Nella seconda parte del Violino di Ruth seguiamo Ruth a Auschwitz-Birkenau dove, prima di finire nella camera a gas, è selezionata dal famigerato Dr. Mengele…

Una danza macabra con la morte durata tre anni, ma Ruth sopravvive nonostante la fame, il freddo, la paura, le malattie e le percosse. Finalmente, la giovane riesce a ritornare a Praga e recupera il suo prezioso strumento. Ma nel 1948, per evitare il regime comunista, emigra in Israele: lì si compirà il destino del suo violino e della sua vita.

Ruth testimonierà sulla Shoah anche a Ramallah a casa del terrorista e peggior nemico degli ebrei Yasser Arafat. La sua testimonianza non è soltanto l’evocazione di una storia definitivamente passata, ma diventa un monito impossibile da evitare, contro le nostre debolezze, contro la nostra mancanza di coraggio rispetto ai drammi contemporanei, e ci impedisce di guardare altrove quando sotto i nostri occhi degli uomini massacrano altri uomini.

Il violino di Ruth con Pamela Villoresi e Diego Gaffuri è stato presentato nel 2015 nell’ambito dei Vesperali 2015.

Il violino di Ruth

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