“Lascio per il bene della Fifa e del calcio, le cose a me più care.” Dopo soli quattro giorni dalla sua rielezione per il quinto mandato, Sepp Blatter se ne va. Ma anche in questa occasione, lo farà a modo suo, con i tempi che ha scelto lui, senza ovviamente tener conto, per ora, di eventuali suoi coinvolgimenti nello scandalo delle tangenti e della corruzione. Tra gli indagati dell’FBI c’è ormai anche il suo fedele braccio destro, Jerome Valcke e il cerchio si sta chiudendo attorno al presidente. Da oltre oceano arrivano infatti sempre più insistenti segnali che presto o tardi l’inchiesta dell’FBI risucchierà anche il grande, potente Sepp Blatter.
Rimarrà presidente Fifa – ha precisato – fino al “congresso elettivo straordinario”, che dovrà essere convocato verso l’autunno, per designare il suo successore. Tempo necessario – ha pure preannunciato – per preparare e mettere in atto quelle “profonde riforme” che da tempo la FIFA attende, ma che “non gli hanno mai lasciato portare avanti”. E questa volta – aggiunge con tono autoassolutorio – sarà la volta buona.
A pesare sulla decisione di Blatter, possono essere state le rivelazioni del New York Times delle ultime ore. Nel mirino degli inquirenti americani, come detto, è finito anche il numero due della Fifa, Jerome Valcke. Sua la mail compromettente che conferma di aver autorizzato il trasferimento di 10 milioni di dollari per assicurarsi i voti necessari per portare a buon fine la candidatura del Sudafrica per i Mondiali del 2010. Pochi possono ormai credere che il 79enne Joseph Blatter non sapesse di quelle tangenti.
Modem ne parla con:
Omar Gargantini, responsabile redazione sportiva della Radio;
Gigi Garanzini, giornalista sportivo della Stampa di Torino;
Michele Bernasconi, Avvocato esperto di diritto dello sport e consulente giuridico dell’Uefa.
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