Il fiume Laveggio nasce fra i prati di Santa Margherita di Stabio. Un vero è proprio Bastian contrario fra i corsi d’acqua della Svizzera italiana, perché è praticamente l’unico che scorre da sud a nord. Il suo corso serpeggia tra Ligornetto e Genestrerio, a Rancate scompare sotto l’autostrada e gioca a nascondino con l’imponente svincolo viario. Finalmente riappare, slaloma stretto fra i capannoni industriali e infine corre veloce, rettilineo, fino a tuffarsi nel lago.
Un tempo il laveggio è stato elemento di confine e grazie alla sua portata costante ha fornito le sue acque per l’irrigazione dei campi e per far muovere i mulini. Tuttavia, negli anni, è stato lo scarico delle industrie e poi sotterrato dalle infrastrutture di trasporto.
Oggi, fortunatamente, ne restano ancora delle parti di grande bellezza e valore naturale. Così, nel frattempo, il Laveggio è diventato anche un progetto modello dal punto di vista della gestione territoriale, non a caso il 2023 è un anno che lo ha visto protagonista. Cecilia Broggini e Christian Bernasconi percorrono il Laveggio fino alla foce incontrando alcuni degli attori che hanno contribuito alla valorizzazione di questo corso d’acqua, proprio in questo particolare anno, che ha avuto il suo apice con l’inaugurazione del Parco del Laveggio.
Le biologhe Karen Falsone e Marta Wastavino ci illustrano alcune aree naturalistiche del Laveggio, l’importante presenza di specie protette e tutta l’opera di rivitalizzazione messa in atto e quella che verrà. Marta, in particolare, ci porta a conoscenza del lavoro già effettuato per ricostruire il reticolo ecologico della regione. È non lontano dalle sorgenti del Laveggio che Cecilia incontra Grazia Bianchi, la co-coordinatrice dell’Associazione Cittadini per il territorio, e con la quale chiarisce le origini del progetto di Parco del Laveggio. Proseguendo il cammino, la stessa Cecilia approfondisce l’esecuzione e il futuro del parco con Carlo Romano, architetto e Giacomo Hug, direttore artistico del progetto.
La puntata si completa con diversi contributi che allargano l’orizzonte dei nostri sguardi sulla natura. Nel primo possiamo osservare la biodiversità delle riserve naturali di cui è ricca la città di Roma. Il secondo contributo spiega la minaccia che pesa sulla diversità floristica delle praterie alpine, costituita dall’eccesso dell’impiego di fertilizzanti. Il terzo inserto presenta un innovativo metodo per diminuire la produzione di metano - un importante gas a effetto serra - da parte delle mucche. Infine, l’ultimo filmato ci permette di capire come il volo delle farfalle possa ispirarci per produrre energia pulita in città! Il finale della puntata è dedicato a “un giorno da cigno”. E non è raro vedere il nostro più grosso anatide avventurarsi lungo l’ultimo tratto del Laveggio.